Capitolo 1. La recessione si allontana ma la ripresa non c’è
il quadro politico internazionale molto incerto in aree decisive per l’estrazione di
greggio, come il Medio Oriente e la Russia. D’altra parte, tutte le informazioni
disponibili indicano che l’allargamento della produzione legato ai giacimenti di
shale oil e shale gas, unitamente ai progressi nella diffusione delle rinnovabili,
stanno determinando le condizioni per un duraturo eccesso di offerta sui mercati energetici. In generale, quindi, il livello sul quale si assesteranno le quotazioni
del greggio è una delle principali incognite del 2015; nel caso in cui venissero
confermati i recenti minimi toccati a fine 2014, l’impatto sulla crescita internazionale potrebbe essere significativo, almeno di mezzo punto percentuale già
l’anno prossimo. Gli effetti sarebbero di rilievo anche per l’economia italiana;
essi deriverebbero innanzitutto dalla discesa dell’inflazione, e quinti dall’incremento del potere d’acquisto delle famiglie, oltre che dall’impatto sulla spesa delle altre economie, e quindi sull’andamento delle esportazioni.
L’insieme degli elementi qui riepilogati rende probabile un graduale rafforzamento dell’economia italiana nel corso del 2015, sufficiente per determinare
una variazione del prodotto di segno positivo. D’altro canto vi sono anche
elementi che possono spostare l’ago della bilancia in una direzione più sfavorevole, e che possiamo sintetizzare secondo quattro canali principali:
Caduta dell’inflazione più rapida delle attese. Il principale elemento di rischio che pesa sullo scenario è evidentemente rappresentato dall’eventualità
che si sia innescata una spirale deflazionistica destinata ad accentuarsi, andando oltre le aspettative correnti. I livelli raggiunti dalla disoccupazione e
l’entità dello stock di capacità produttiva in eccesso potrebbero avere innescato
processi di concorrenza al ribasso di prezzi e salari che potrebbero manifestar