Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2014
Figura 1.8. I salari decelerano nel privato, ristagnano nel pubblico
Retribuzioni - var % medie annue, prezzi correnti
6
5
4
3
2
1
0
-1
-2
Pubblico
Privato
4,4
1,5
2,5
0,2
00
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
14
Fonte: REF Ricerche su dati Istat
Figura 1.9. Inflazione ai minimi
Var. % medie annue dei prezzi in Italia, indice NIC
3,0
2,7
1,0
0,3
2011
2012
2013
2014
Fonte: Previsioni REF Ricerche su dati Istat
D’altra parte, i consumatori sono molto selettivi: tendono ad abbandonare
rapidamente i prodotti che rincarano, spostandosi su quelli più a buon mercato. La domanda, insomma, “rifiuta” gli aumenti, e spinge i produttori ad essere
ancora più prudenti. Sintomatico che l’aumento dell’Iva varato nell’autunno
del 2013 non sia neanche percepibile nell’andamento dei prezzi interni.
Per l’Italia una fase d’inflazione a lungo sotto gli obiettivi della Bce è ritenuta
frequentemente nel dibattito corrente un punto a favore della ripresa della
competitività di prezzo rispetto ai Paesi dell’area tedesca.
Va però anche ricordato che se l’inflazione è contenuta anche la crescita dei
redditi interni a prezzi correnti è bassa. Soprattutto, non cresce il Pil nominale,
che non è altro che la somma dei redditi interni percepiti da tutti gli operatori
del sistema. Poiché il Pil è la variabile che sta al denominatore del nostro rapporto debito/Pil, ne consegue una maggiore difficoltà a ricondurre tale variabile lungo un sentiero decrescente.
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