Rapporto Coop Consumi e Distribuzione Rapporto Coop 2014 | Page 23

Capitolo 1. La recessione si allontana ma la ripresa non c’è mo anno. Pur tenendo presente quindi che la caduta recente dell’inflazione europea rappresenta la sovrapposizione di due fenomeni di natura ben diversa, i timori che possa consolidarsi uno scenario di tipo deflazionistico hanno condizionato molto il recente dibattito e le decisioni delle autorità di politica economica europee. Una fase di inflazione vicina a zero per economie indebitate costituisce un pericolo perché interrompe il canale di trasmissione della politica monetaria: a un’inflazione in discesa corrisponde difatti un aumento del livello dei tassi d’interesse in termini reali. Nei casi più gravi si può addirittura entrare in una fase di prezzi e salari in discesa per un periodo prolungato, con difficoltà crescenti a ripagare i debiti contratti. La politica monetaria sta quindi cercando di adottare misure più aggressive di stimolo dell’economia europea: il Tltro (Targeted Long-Term Refinancing Operation), consistente nell’erogazione di liquidità condizionata all’erogazione di credito alle imprese e il piano di acquisto di Abs e Covered bonds. Le banche, soprattutto quelle dei Paesi periferici, trarranno da tali misure il beneficio della riduzione del costo della raccolta e dovrebbero essere incoraggiate ad incrementare i prestiti al settore privato. Lo scenario di forte decelerazione della crescita dei prezzi e dei salari è stato condiviso anche dall’economia italiana. La nostra economia è fra le più colpite dalla recessione degli anni scorsi e la crisi del mercato del lavoro, la cui intensità è ben superiore rispetto a quello che le sole statistiche sul tasso di disoccupazione sembrano suggerire, sta innescando meccanismi di riduzione dei redditi da lavoro. Negli anni scorsi la caduta dei redditi è risultata molto marcata per i lavoratori autonomi, mentre nel pubblico impiego la politica di salari fermi è in corso oramai da quattro anni. Anche i salari dei dipendenti privati evidenziano ampie decelerazioni. Nell’industria la crescita si posiziona intorno al 2% oramai da tre anni, ma nei servizi privati ci si arresta all’1% circa. A ciò si aggiungono le pressioni derivanti dalle politiche di prezzo molto aggressive da parte dei Paesi emergenti, le cui valute si sono deprezzate nel corso degli ultimi due anni. Le imprese, a loro volta, si ritrovano con ampi spazi di capacità produttiva inutilizzata; cercano di tenere i volumi, per conseguire le economie di scala necessarie per ottimizzare i costi, e per questo tendono a mantenere i prezzi ai minimi, con margini di profitto bassissimi. [ 21 ]