Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2014
della Grecia dove la dinamica dei prezzi è risultata ampiamente negativa) e su
valori appena positivi nelle economie del centro.
Tale andamento segnala come gli elevati spazi di capacità produttiva inutilizzati frenino le politiche di prezzo delle imprese, a fronte di dinamiche salariali condizionate dagli elevati tassi di disoccupazione toccati nei Paesi della
periferia.
In secondo luogo, mette in luce come la decelerazione di prezzi e salari in
corso nei Paesi periferici condizioni anche le dinamiche nei Paesi del centro.
Il fatto che la discesa dell’inflazione accomuni tutte le economie dell’area
dipende anche dal rafforzamento dell’euro avvenuto dall’estate del 2012, nei
confronti delle valute dei Paesi emergenti. Soprattutto le politiche di prezzo
delle imprese industriali, che operano su mercati concorrenziali, si trovano
quindi ad essere fortemente vincolate. Tale tendenza è solo in parte mitigata
dal recente rafforzamento del dollaro su tutte le principali valute, compreso
l’euro.
Figura 1.7. Grecia in deflazione
Inflazione al consumo var. % medie annue, indice IPCA
5
Italia
Germania
Grecia
4
3
2
0,9
0,2
1
0
-1
-1,1
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Fonte: REF Ricerche su dati Eurostat
I fattori menzionati definiscono dunque un insieme di circostanze sfavorevoli che stanno condizionando il quadro economico, conducendo il sistema ai
margini della deflazione.
Vi è però anche un altro canale, questa volta decisamente più favorevole
al sistema, attraverso cui i prezzi tendono a scendere, legato alla contrazione
delle quotazioni di molte commodities, e principalmente del petrolio. Si tratta di
uno shock positivo dal lato dell’offerta che opera sostenendo il potere d’acquisto dei Paesi consumatori di commodities (e a danno dei Paesi produttori). Se
effettivamente i prezzi del greggio si stabilizzassero in prossimità dei minimi
degli ultimi mesi, ne deriverebbe un effetto positivo sulla crescita del prossi[ 20 ]