Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2014
le shopping mission, senza proporre probabilmente un servizio adeguato a
ciascuna di esse. Questo spiega l’elevatissimo numero di prodotti in assortimento, che finisce per imporre un ampio utilizzo dei lineari di vendita e rischia
di disorientare il consumatore soprattutto nelle spese quotidiane e di routine.
Parliamo di migliaia di referenze disponibili nei diversi punti vendita, che
arrivano sino ad oltre 13 mila nel caso degli ipermercati e non lontano dalle 10
mila unità per i supermercati.
Tabella 6.27. Un eccesso di offerta per carrelli piccoli
Numero di referenze e di prezzi per formato distributivo
N° Referenze Grocery
in Assortimento
N° Medio di Pezzi venduti per
referenza/Settimana/pdv
N° medio di pezzi nel
carrello del consumatore
Discount
1.656
16,3
Libero Servizio
2.051
3,2
8,6
Super 400 - 799
3.459
6
12,7
8,8
Super 800 - 1499
4.900
Super 1500 - 2499
6.759
11
2500 - 4499
9.748
18,1
Iper >4500
13.545
11,4
18,4
18,1
Fonte: Nielsen
In questo senso, dopo aver sfruttato al meglio le opportunità offerte della
Gdo (promozioni, primi prezzi, marche commerciali, ...) gli italiani mostrano
crescente interesse nello sperimentare canali alternativi, alla ricerca di nuove
occasioni di risparmio e maggiore servizio. Da una parte, emerge un ritorno
alla frequenza dei negozi specializzati in grado di dare prezzi e servizi più mirati a specifiche esigenze e a bisogni particolari. Dall’altra, cresce il ricorso ai
discount, agli specialisti dei prodotti della cura della casa e della persona ma
anche agli specializzati del settore alimentare (mercati rionali, surgelati, biologici, ecc.).
Più in generale, è il numero delle fonti di acquisto a far registrare un incremento, segno di un consumatore attento a cogliere le opportunità garantite
dall’intera gamma di offerta: si tratta di un fenomeno che tende ad interessare
più da vicino le fasce giovani della popolazione (in media 4,86 canali di approvvigionamento visitati in un mese per i consumatori con età compresa tra
18 e 24 anni), che mostrano quindi maggiore dinamicità.
È sorprendente come siano cresciute in un solo anno di oltre il 6% le occasioni di approvvigionamento alimentare che non si sostanziano in un acquisto
(autoproduzione, regali, baratti), un fenomeno che conferma anche in questo
ambito la diffusione di una nuova cultura della condivision