Consumi e distribuzione. Rapporto Coop 2014
progressivamente privilegiato i prodotti a marchio commerciale, in virtù di un
mix prezzo-qualità riconosciuto come ottimale dai consumatori (dallo scoppio
della crisi l’incidenza del marchio del distributore sul valore complessivo del
venduto è cresciuta di oltre 5 punti percentuali).
Riquadro 5.1 Il downgrading della spesa
Alcune evidenze di interesse per quantificare il fenomeno in atto provengono
dal differenziale tra l’andamento dei prezzi di listino e quello del “costo della
spesa”, ovvero la distanza che separa l’inflazione misurata a parità di composizione delle vendite e l’incremento dei prezzi effettivamente sopportato dai
consumatori, tenuto conto delle promozioni e del diverso mix di acquisti. Tale
indicatore sintetizza l’intensità con cui si produce il cosiddetto downgrading
(o depauperamento) della spesa, ossia quell’insieme di accorgimenti che consentono alle famiglie di mettersi al riparo dagli effetti della maggior inflazione.
Tale indicatore per la prima volta da tre anni si è andato attenuando nel corso
della prima metà del 2014.
Aumentato in misura considerevole nell’autunno 2011, in corrispondenza delle
incertezze legate all’apertura dello spread sui titoli del debito pubblico italiano,
il downgrading è rimasto stabile sino alla fine del 2013 oltre il punto e mezzo
percentuale, consentendo in pratica non solo di sterilizzare completamente il
modesto aumento dei prezzi alimentari praticati al dettaglio, ma anche di offrire
un sostegno importante al potere d’acquisto delle famiglie. All’inizio del 2014,
invece, complice soprattutto la discesa dei prezzi alimentari, tale downgrading
è tornato a ridimensionarsi.
Inizia a rientrare il “downgrading” della spesa
Differenza tra inflazione di listino e costo della spesa, valori %
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
11
a
l
o
12
a
Fonte: elaborazioni Ref Richerche su dati Nielsn
[ 152 ]
l
o
13
a
l
o
14
a
l
s