Capitolo 5
Nel carrello rinunce e qualità
5.1 In sintesi
Tradizionalmente annoverata fra le componenti al riparo dalle fasi negative del ciclo economico, la spesa per generi alimentari si conferma terreno di
sperimentazione per le strategie di risparmio delle famiglie. Nel corso degli
ultimi anni i consumi alimentari hanno infatti evidenziato contrazioni molto
ampie, ma gli italiani pur con budget in forte contrazione tentano di difendere
la qualità del cibo. La spesa per generi alimentari delle famiglie si è fermata nel
2013 a 461 euro, in lieve calo rispetto ai 468 euro del 2012. Un dato che, se si
considera anche l’aumento dei prezzi, rivela come le famiglie abbiano accentuato tutti quei comportamenti a tutela del potere d’acquisto già sperimentati
negli ultimi anni: lo spostamento verso beni di prezzo inferiore, il ricorso alle
promozioni, il nomadismo della spesa, la riduzione degli sprechi e da ultimo
anche l’utilizzo di internet per pianificare la missione d’acquisto e sfruttare al
meglio tutta l’informazione social disponibile.
Diminuisce le spesa per carne, bevande e persino quella per pane e cereali, mentre cresce moderatamente quella per l’acquisto di frutta e ortaggi.
Prosegue la progressione della quota di famiglie che ha dovuto cambiare qualità o quantità dei generi alimentari per esigenze di risparmio (percentuale che
sale dal 62,3% del 2012 al 65% nel 2013), sia quella che si reca abitualmente
presso i discount (dal 12,3% del 2012 al 14,4% nel 2013).
Le statistiche sembrano inoltre descrivere una frattura anagrafica. Tra le
nuove generazioni prevalgono infatti forme di consumo occasionale, contestuali ad altre attività, come dimostra l’ascesa dello “street food”, evidente forma di consumo in tempi rapidi e con un occhio al costo.
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