Capitolo 4. Più innovazione e nuovi equilibri nei consumi degli italiani
A vincere è da sempre soprattutto lo Stato, che incamera un gettito fiscale
di 8,2 miliardi di euro, peraltro in costante crescita. In testa alle preferenze dei
giocatori anche in questo caso gli apparecchi elettronici, che con un volume di
giocate di 48 miliardi di euro l’anno e 9,3 miliardi di spesa dei giocatori, sono
il principale veicolo di ludopatie (3 milioni sono i giocatori a rischio): le sole
macchinette realizzano un prelievo fiscale di 4,3 miliardi di euro l’anno.
4.10.1 Cinque miliardi di sigarette in meno
Con 79,8 milioni di chili venduti e circa 18 miliardi di euro di spesa i tabacchi
lavorati rappresentano un’altra importante area in declino della spesa delle
famiglie, in ragione sia dell’aumento dei prezzi delle sigarette, cresciuti nell’ultimo decennio a ritmi decisamente superiori all’inflazione, sia della maggiore
consapevolezza dei danni alla salute cagionati dall’abitudine al fumo.
Figura 4.31. Vendite di tabacchi in decennale diminuzione
Milioni di chili
103,2
94,5
79,7
2003
2008
2013
Fonte: REF Ricerche su dati Istat
A dispetto di tale riduzione di volumi il 2014 sembra segnare un debole incremento del numero dei fumatori: secondo i dati diffusi dal Ministero della
Salute nel 2014 il numero di italiani che fumano è tornato a crescere, si conterebbero infatti circa 700 mila fumatori in più, con una popolazione di fumatori
che conta 11,3 milioni di individui, cioè il 22% della popolazione adulta (era il
20,6% nel 2013). Il fumo registra una ripresa soprattutto tra le donne: si contano circa 5,1 milioni di fumatrici, il 18,9% della popolazione adulta di sesso
femminile (dal 15,3% del 2013). Stabile l’abitudine al fumo tra gli uomini, con
6,2 milioni di fumatori di sesso maschile, il 25,4% della popolazione adulta.
Il dato sulla diffusione dell’abitudine al fumo registra una inversione di tendenza, interrompendo un fenomeno più che decennale di costante diminuzione: nel 1975 fumava il 34% della popolazione adulta, nel 1990 la quota era
ancora pari al 32%.
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