Raceday News 2014-2015 | Page 5

INTERVISTE A tu per tu con Alessandra de Bianchi OBIETTIVO: DIVERTIRSI Luca Manera è di Rovereto in Trentino, ci è nato e ci vive. Il suo inizio nelle gare automobilistiche è rocambolesco: “Una strana avventura in effetti. Nel 1983 mio padre, con la sua liquidazione, regala a me e a mio fratello due Panda nuove. I miei genitori partono per le vacanze e io immediatamente inizio a muovermi. Mi accordo con un concessionario locale e permuto la mia Panda nuova con una A112 Abarth 70HP usata. A quel punto acquisto un roll-bar, solo quello posteriore, all’epoca si poteva fare, un estintore brandeggiabile e un set di cinture di sicurezza. La vettura da gara inizia a prendere forma. Un amico mi regala quattro slick Kleber e un assetto: a questo punto sono pronto e partecipo alla mia prima gara, la salita Caprino-Spiazzi. Tornati dalle ferie i miei genitori si ritrovano con un’auto da gara, quella che m ia madre usava per andare a lavorare! Credo che avessero avuto sentore della cosa e non mi hanno mai ostacolato. Inoltre mia madre in fondo si divertiva ad andare in giro con un’auto ‘da gara’! Il primo rally è stato il Rally Sprint Monte Venda, a Padova, nel 1985, insieme a Mauro Grassi che nel 2014 ha vinto la Ronde della Val d’Orcia con Luca Hoelbling. Quell’anno (1985) ad un certo punto abbiamo ‘centrato’ una casa. Abbiamo continuato, ma se non erro siamo arrivati ultimi!”. Una grande passione, quindi. Com’è nata? “Sono da sempre appassionato di auto. Conoscendo Beppe Bertolini, Silvano Pintarelli, Ezio Soppa che già correvano, ho inizio a seguirli con le loro assistenze e a respirare il profumo dei rally nei vari Due Valli, Rally del Veneto, e rally sprint della zona”. Come mai hai deciso di iscriverti al Challenge Raceday Ronde Terra? “Considero lo sterrato la vera anima del rally, mi ha sempre affascinato. E quando due anni fa ho comperato una Astra GSI Gr. N il mio amico Roberto Pellè, mi ha convinto a seguirlo al Prealpi Master Show dove lui correva con una Ibiza TDI, quella che è diventata la mia attuale vettura da gara. Da quel momento mi sono definitivamente innamorato della terra. Per divertirsi come ci si diverte su 1 km di sterrato, ce ne vogliono almeno 10 di chilometri su asfalto! Questa è la mia seconda stagione di Raceday, oltre all’estemporanea partecipazione al Prealpi Master Show di tre anni fa, e spero di trovare il budget per poter disputare anche la prossima edizione di questo Challen- ge”. Quali sono le gare che ti piacciono di più? “Tra tutte quelle che ho disputato, mi piace molto la Liburna per il tipo di fondo, la lunghezza e... il cibo. Mi parlano molto bene della Ronde Valtiberina e tra poco scoprirò se piace anche a me. Comunque a parte le prove speciali, una cosa che apprezzo molto è lo spirito dei partecipanti in generale, e soprattutto degli amici della Scuderia Destra 4, Roby Pellè e signora e il Presidentissimo Ezio Soppa: con loro trasformiamo ogni trasferta in puro divertimento. Credo che questo sia uno dei pregi della formula Raceday: potersi divertire, nonostante le sempre lunghe trasferte”. Parliamo del navigatore, corri sempre con lo stesso? “Purtroppo no. Ma sia Luca Franceschini, che Thomas Moser o, come al prossimo Valtiberina, Stefano “Spanky” Farina, sono amici con i quali la priorità è e rimarrà sempre divertirsi! Magari cercando di rimanere in strada un po’ più spesso!”. Che importanza attribuisci al navigatore? “E’ fondamentale. Ognuno ha i propri pregi e i propri difetti, ma soprattutto sono da ammirare perché… si fidano di come guido e riescono a farmi restare concentrato. A volte però gliene faccio passare di tutti i colori. Come con ‘Spanky’ con il quale, tra freni a mano inutili e uscite di strada, non siamo riusciti a finire neanche una gara“ . Corri ormai da un po’ di anni: qualche episodio che ti ha particolarmente divertito? “In oltre trent’anni di gare ne sono successe di cose, come l’aver portato al debutto in un rally un amico che poi capisce che è meglio guidare e diventerà pluricampione italiano rally: da me sicuramente non ha imparato nulla, anzi ha capito cosa non fare! O come il ritirarsi spacciando la mancanza di benzina con la pompa rotta. O ancora il Rally Due Valli del 1986, dove sotto la pioggia con la mitica A112, si lottava in una classe con oltre 30 vetture e si facevano tempi fra il 15° e il 20° assoluti, su oltre 200 partenti: ero un ‘bocia’ scavezzacollo! Ma, soprattutto, ricordo con grande piacere le amicizie che sono nate in gara e che continuano ancora adesso. Parlando di tempi più recenti, due aneddoti proprio nelle gare Raceday. Il primo al Prealpi di tre anni fa dove stavamo provando la prova con una Cinquecento ed esagerando in un traverso, ho sfiorato con il muso dell’auto un muro evitando per un pelo una bella botta, involontariamente ho toccato il tasto sul volante che collega il telefono e, mentre sudo sperando di non andare a sbattere, si sente una voce che dice ‘Riprovare prego’. Appena fermi io e il mio navigatore siamo scoppiati in una fragorosa risata! Il secondo sempre allo stesso Prealpi Master Show, parto per il primo passaggio e non riesco a vedere bene, trema tutto, anche gli occhiali. Arrivo a fine prova arrabbiato, non capisco cosa sia successo, fino a quando non cerco di slacciarmi il casco e scopro che non lo avevo allacciato e quindi muovendosi mi faceva vibrare di continuo gli occhiali. Ce ne sono altre di storie alcune purtroppo anche tristi, ma per me un rally è e rimarrà un momento di festa da vivere con il mio navigatore e gli amici con cui si va in trasferta. Se poi vengono i risultati meglio, ma io vado piano e col diesel non faccio nemmeno rumore”. C’è qualche cosa che vorresti venisse aggiunta o modificata in questo Challenge? “Si, vorrei venisse aggiunta una gara in Trentino. Essendo anche un organizzatore, mi piacerebbe trovare dei bei tratti sterrati, ma è veramente difficile, se non impossibile. Mi piacerebbe provare un Rally Day su terra. Per il resto... formula vincente non si deve cambiare!”. Giuseppe Grossi - Alessandro Pavesi - Mitsubishi Lancer EVO IX R4