Raceday News 2014-2015 | Page 5

INTERVISTE A tu per tu con Alessandra de Bianchi ACCOMPAGNATO DA WILE E. COYOTE Piemontese, 23 anni, appassionatissimo di rally, Gianmarco Donetto si è presentato alla prima gara del Challenge Raceday con un entusiasmo incredibile, ma anche con la ferma volontà di imparare quanto più possibile. Quando hai iniziato a correre? “Nel 2011 come navigatore di mio padre su una Subaru N4, al Monza Rally Show, bello più per organizzazione e pubblico, che non per la pista. Ero agitato, ma fare il navigatore in pista ha i suoi pregi, nessun trasferimento, note semplici, controlli orari a vista nei box, quindi alla fine è andata bene”. La passione per i rally com’è nata? “Premetto che ho praticato diversi sport: nuoto, tennis, calcio, calcetto, basket, softair, nulla però è paragonabile all’emozione che da un rally, neanche altre gare automobilistiche. Seguivo mio padre quando correva. Gara dopo gara mi appassionavo sempre più sognando di poter correre anch’io. Guardavo filmati di McRae, Sainz, Alen Rohrl, Biasion con le loro fantastiche auto…impossibile non appassionarsi!” Come mai hai scelto di correre su terra? “Non è stato pianificato in effetti. Tutti mi dicevano che una volta provato a correre su terra non si torna più all’asfalto, per cui ho deciso di provare. Dopo qualche traverso a Maggiora a settembre (stesso tracciato dove, nel 2012, avevo battuto mio padre con la Escort, con mia grandissima soddisfazione!) e dopo Il Nido dell’Aquila ne ho avuto conferma: guidare su terra merita davvero e regala emozioni che sull’asfalto non si provano, però bisogna saperla interpretare al meglio, cosa che spero d’imparare”. Cosa pensi del Challenge Raceday, ora che hai disputato la prima gara della stagione? “Sono sincero quando dico che trovo sia organizzato e gestito molto bene. Premi interessanti, belle prove speciali e belle località, i partecipanti che ho conosciuto si sono rivelati splendide persone, si respira un’atmosfera amichevole, serena e di grande sportività, cosa purtroppo rara attualmente”. Hai voglia di raccontarci qualche avvenimento che ti ha colpito in gara? “Più che altro fuori gara! I componenti del Team Colombi, che mi seguono, hanno solo qualche anno più di me e spesso ci facciamo degli scherzi. A Il Nido dell’Aquila ci siamo messi a giocare a rugby in mezzo alle assistenze. Un anno a Castelletto ho adesivato l’auto con foto e scritte per prendere in giro, scherzosamente, uno dei meccanici e durante la stessa gara mi sono trovato l’altra fiancata adesivata con i disegni di “Hello Kitty”. Una cosa che curo attentamente è la livrea dell’auto, e anche questa volta ho passato ore al computer per realizzarne una originale e fantasiosa”. Com’è andata a Il Nido dell’Aquila? “Il mio obiettivo era macinare chilometri e arrivare al traguardo, volevo imparare gradualmente, senza esagerare. Passaggio dopo passaggio ho acquisito sempre più dimestichezza, nel secondo ho abbassato il mio tempo di più di 20” e in quelli successivi ho gradualmente migliorato. Negli ultimi due passaggi ero senza ‘bang’ cosa che ritengo mi abbia penalizzato, ma il mio obiettivo l’ho raggiunto. Miro anche alla classifica ‘Under’, ma per ora l’obiettivo principale è fare esperienza. Per fare bene ci vuole tempo, quindi cerco di non essere troppo impulsivo. Ogni buon risultato sarà una bella sorpresa in più”. Conosci già le altre gare del Challenge? Cosa ne pensi? “Si le ho viste tutte, qualcuna la conosco e al Liburna ho già partecipato, non ce n’è una che non mi piaccia. Tutte ottime gare, molto varie, come l’atipico Nido dell’Aquila, e il Prealpi Master Show con la sua location particolare. Penso che la mia auto sia performante su questi fondi e tracciati, spero di non avere problemi e sono certo che mi divertirò. Alla scorsa Liburna, a causa dell’inesperienza, dell’impulsività e anche del fondo a tratti fangoso ho rovinato tutto con una…’importante’… uscita di strada dopo soli 4 km di gara”. Quante gare hai disputato sino ad ora nella tua giovane carriera? “Più o meno 13-14 gare come navigatore di mio padre, quasi sempre su Skoda Fabia WRC (un anno abbiamo vinto il TRC Circuit WRC su tracciati quali Franciacorta, Monza, Adria, Varano, Magione), un Rally Legend e un Tuscan Rewind. Come pilota ho disputato 6-7 gare, tutte con la mia Evo IX in configurazione N4, e il Castelletto Rally 2001 con una Focus WRC. Tutte sempre con Marco Pagani come navigatore”. Gianmarco Donetto e Mauro Pagani - Ronde Il Nido dell’Aquila - © Davide Monai