Raceday News 2013 Numero 6 | Page 7

Storie di grande passione. Piloti dei quali si parla meno, ma che sono importanti per il Challenge Raceday, per le gare che ne fanno parte e per i rally Michele Pianosi Record di precocità L’estroverso marchigiano, da tempo voleva iscriversi al Challenge Raceday e finalmente in questa stagione ci è riuscito. - Come è nata la tua passione per i rally e quando hai iniziato a correre? “Mamma e papà correvano, credo che la passione per i motori sia nata con me. Già a due anni dovevano stare attenti a lasciarmi in auto con le chiavi attaccate al quadro perché in piedi sul sedile, aggrappato al volante, mettevo in moto per sentire il rumore del motore. Ho iniziato a correre come navigatore del mio migliore amico nel Campionato Italiano Tout Terrain con un Mitsubishi Pajero nel lontano 1995, poco dopo aver preso la patente di guida. A parte una pausa di un anno, che mi è servita per passare ai rally, non ho mai smesso”. - Che tipi di gare e di fondo preferisci? “Avendo cominciato a correre su fondi sterrati preferisco di gran lunga i fondi a bassa aderenza, quindi terra e neve. I rally su asfalto sono decisamente più numerosi e meno costosi, e allora ho optato per correre con vetture che la strada la tengono poco, solo auto a due ruote motrici!” - Perché la decisione di iscriverti a Raceday? “Fino a settembre del 2013 la mia auto da rally era una vecchia Bmw 320is, non omologata per correre in Italia, correvo solo nelle competizioni organizzate a San Marino. Per correre su terra c'era solo il Tuscan e, un tempo, il Montefeltro. Speravo di trovare una vettura per poter correre nel Challenge Raceday...che spettacolo! L'anno scorso grazie a un caro amico che mi ha regalato una BMW M3 finalmente sono riuscito ad iscrivermi”. - Un avvenimento particolare che ti è capitato in gara? “Tanti sono gli aneddoti in 20 anni di corse. Tralasciando quelli poco fortunati, sicuramente quello che mi ha emozionato di più è stato arrivare al CO della seconda prova spettacolo del Rallylegend ed essere letteralmente accerchiato dal pubblico che voleva congratularsi e far foto con me perché li avevo fatti divertire guidando veloce, ma di traverso. Non mi era mai successo, mi sono commosso. Poi quanto successo alla Ronde Valtiberina il mese scorso. Voglio ringraziare Marco Baldazzi e l’equipaggio Succi-Guzzi che ci hanno aiutato a tirar fuori l'auto da un fossetto e a cambiare la gomma. Hanno rischiato di far tardi al controllo orario pur di farci ripartire. Gesto molto sportivo, assolutamente non dovuto e che ti fa sentire parte di una grande famiglia di ‘pazzi malati di corse’". - Quante gare hai disputato sino ad ora e quale ti ha dato maggiori soddisfazioni? “In auto ci sto tutti i fine settimana, tengo corsi di guida sportiva con le Ford Mustang e le Bmw M3 e mi diverto a fare gli spettacoli di Scuola di Polizia a Mirabilandia. Però correre ha tutto un altro sapore. Ho disputato un centinaio di rally e tre Campionati Italiani Drifting, vincendo anche il mini trofeo Seletron. La vera passione però sono i rally, molto più veloci delle gare fuoristrada e l'adrenalina che ti da il cronometro è unica. La massima soddisfazione è arrivare sul palco e sapere di aver dato tutto quello che potevi e, a volte, anche di più”. - La gara Raceday che ti piace maggiormente e perché? “Non ho disputato tutte le gare di Raceday. Alla Ronde della Val D'Orcia sono stato sfortunato, già dai primi metri la vettura andava a 3 cilindri, la PS però mi piaceva tantissimo. Della Città di Arezzo Ronde Valtiberina ho apprezzato la lunghezza e la varietà del percorso, anche se il tratto centrale nel sottobosco era troppo dissestato e sono stato costretto ad alzare più volte il piede, la vettura è poco più che una stradale, quindi con assetto e scocca non adatti a ricevere così tante sollecitazioni”. - I tuoi navigatori? “Nel 2007 il mio team manager mi chiese di farmi navigare da sua nipote Elena appassionata di rally, che non conoscevo. Alla fine della gara avevamo capito che l'affinità c'era e forse anche qualche cosa di più. Siamo tornati a casa e dal giorno seguente abbiamo fatto coppia fissa, sia in auto che nella vita. L'anno scorso dopo 6 anni e 34 rally, in un ottica forse di futura mamma, ha voluto provare a vedere che effetto le avrebbe fatto stare a bordo strada, così negli ultimi rally sono stato navigato da amici. Sto aspettando che Eli cambi idea. Ho provato a proporre uno scambio di sedili, visto che lei guida i kart e le auto molto bene, finora senza successo. So però che lei è sempre lì, questo è fondamentale per me, anche se cerco di non darlo a vedere!”. Pianosi – Darderi (BMW M3) 7