di Natale, di sentire il rumore dei passi del misterioso uomo in
rosso capace di visitare le case del mondo in una nottata.
Ci ho creduto così tanto, che il risveglio è stato brusco, e non ti
nascondo che adesso ho paura di mettermi a letto. Me la sento
addosso tutta quella stupidità appiccicata; è unta e fa schifo. È
pesante e non posso stare in piedi, mi copre tutta, come una
maglia di ferro dopo la battaglia, dopo che la stanchezza si è
mischiata al dolore per le ferite, ed il cavaliere è sì
sopravvissuto, ma ha perso così tanto che non potrebbe sentirsi
più sconfitto. Lentamente lascio che il peso del rimorso mi
trascini verso il basso, verso il pavimento. Chissà che almeno
il terreno, ammesso e concesso che sia ancora sotto i miei
piedi, possa sostenermi; dopotutto la terra