«Specchio»
di Ilaria Romito
Eccoti qui finalmente, ti stavo aspettando. Costantemente in
bilico tra l’essere pronta a guardarti negli occhi, accettarti e
l’inconfessabile speranza che tu possa sparire per sempre.
Dopotutto non ho alcuna stima di te e guardarti in questo stato
pietoso mi fa vergognare profondamente. In verità ti confesso,
sei rivoltante.
Sono davanti a me stessa e questa volta non posso scappare.
Ad alzare lo sguardo ho paura, la mia immagine riflessa nello
specchio non mi dà tregua, mi fissa come se se fossi un
fenomeno da baraccone, alla severa ricerca di qualcosa che
valga la pena salvare in questo miserabile ammasso di
emozioni ingarbugliate, in questo assurdo pagliaccio che torna
a casa sconfitto e con l’anima svuotata.
Avevi promesso che saresti rimasto.
Se mi è concesso, l’effetto è piuttosto grottesco. Uscivi di casa
con aria audace, emettendo buffi suoni divertiti, più simili a
gemiti che a strofe di belle canzoni, intonavi motivetti
innamorati. Con grande impegno cercavi qualcosa da
indossare, sembrava fosse di vitale importanza; ti dipingevi il
viso con estrema cura, facendo attenzione ad ogni dettaglio e
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