«Scosso, ardito sospiro»
di Annachiara Di Stasio
Geme,
pungolo che preme sulla carne scossa
intriso nel reo veleno
inconsistente profumo di viole
gocce sparse sul talamo sfatto
sale sulla pelle umida
chiarore brillante sulle lenzuola appassite
trema con la brezza che solleva
il suo abbraccio spezzato.
Tornano a bruciare
le sue serafiche labbra sulle mie
si leva il suo scricchiolante gemito
traballa la sua mano in bilico
sospesa insieme a frasi troppo consumate
ma rifiorite come primaverili foglie
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