Raccontando l’amore - antologia AA.VV. (march 2014) | Page 53

salutarlo, ma se dopo non ti trovo, mi arrabbio.» Angela s’allontanò e io sbuffai. Non sentivo, però, di restare e voltai le spalle dirigendomi verso la porta. La sala era gremita di persone e io cercavo di superarle senza guardarle in faccia e più raggiungevo l’uscita, più mi dicevo che avevo fatto male ad andare lì. «Martina… Martina Piscopo?» esclamò qualcuno alle mie spalle. Sentii subito il cuore sobbalzarmi alla gola, avevo riconosciuto la voce e non volevo voltarmi, ma lui si portò davanti a me. «Martina, sei tu, non ci posso credere!» disse Cristian con la voce più doppia di quando l’avevo sentita l’ultima volta. Alzai leggermente gli occhi verso il suo volto e mi prese un colpo: era cresciuto, era un uomo e mi piaceva molto. «Cosa c’è, non hai più la lingua? Prima parlavi sempre.» riprese ridendo. «Prima era prima… adesso devo andare.» «E te ne andavi senza salutarmi?» «Oh insomma, ho accompagnato Angela e adesso voglio andarmene!» «Perché? Non ci vediamo da tanto tempo. Dio, Martina, come ti sei fatta bella!» Quelle parole accesero il fuoco nelle mie vene, ma io feci un movimento improvviso e sgattaiolai fuori; lui si affacciò al 51