Raccontando l’amore - antologia AA.VV. (march 2014) | Page 51

sembrava parlarle anche solo attraverso gli occhi. Attratti l’uno dall’altro, restarono ad osservarsi. Testo tratto da «L’inverno e la primavera» di Annalisa Caravante - Edizioni CoreBook Dopo aver superato l’ingresso, Angela ed io entrammo in una grande sala dove c’erano molti uomini che sembravano professori o forse giudici, insomma, persone diverse da me e dalla mia famiglia. Sulla destra c’era un banchetto con sopra una tovaglia di lino e pizzi, dove erano stati serviti i dolci, e sulla sinistra delle enormi finestre con tende di velluto rosso. Distogliendo lo sguardo, vidi un delicato pavimento di marmo scuro, nel quale si specchiava ogni cosa e al centro della stanza un prestigioso e costoso tappeto. Angela, sempre sotto al mio braccio, mi tirò in mezzo agli altri ed io fissai le foto di Cristian sulla parete: c’era lui appena nato, quando iniziò ad andare a scuola, il primo giorno al giornale, quella delle superiori e altre ancora. Purtroppo, quelle immagini confermavano che era troppo lontano da me e quando vidi l’ultima, dove lui stringeva la laurea, chiusi gli occhi: con la mente ero già andata via. «Ah, quel furfante è sempre bello!» esclamò Angela. 49