«L’estate di Lara»
di Laura Bassutti
L’orchestra smette di suonare, a Jean sfugge un sospiro,
mentre i ricordi affiorano alla sua mente nitidi e dolorosi.
Tante estati prima, quando ancora viveva in quel borgo di
pescatori divenuto improvvisamente meta di turisti esigenti, il
direttore del Grand Hotel Riviera aveva deciso di tenere, nel
grande parco dell’albergo che degradava al mare, delle feste.
Eleganti e lussuose, riservate ai clienti e pochi altri, a
sottolineare l’esclusività del posto.
Jean era stato ingaggiato come ballerino. Bello, abile in tutte le
danze, aveva successo. Le signore se lo contendevano, le
ragazze lo guardavano provocanti, poteva leggere un invito più
o meno sfacciato nei loro occhi che seguivano attenti ogni suo
movimento.
Un giorno, all’inizio di luglio, al Grand Hotel era arrivata Lara.
Alta, sottile, un’eleganza naturale, i lunghi capelli platino, gli
occhi violetti, era immancabilmente attorniata da ragazzi che
indossavano abiti eleganti e guidavano auto potenti. La
seguivano ovunque, mentre beveva un aperitivo al bar, quando
andava alla spiaggia o decideva di fare una passeggiata per le
viuzze del centro.
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