Raccontando l’amore - antologia AA.VV. (march 2014) | Page 36

È lì da quando ha iniziato a farsi strada dentro di me, creando la sua culla, il suo rifugio. È lì da quando ho sentito la mia pancia gonfiarsi per fargli posto, attutire dolcemente i suoi movimenti, i suoi primi gesti in questo mondo, un’indole caparbia, indomita. Un po’ come sua mamma. Mamma. Una parola così strana, riferita a me. A me che non me lo aspettavo, a me che non avrei dovuto, non ora, non così. E l’ho scontato, altroché. L’universo intero si sta impegnando a farmi scontare questa pena, a farmi sentire abbandonata, a insinuare perfino in me il dubbio che non vada bene, che non ne valga la pena. Che sia sbagliato. Il biasimo silenzioso degli uomini, il disprezzo esplicito delle donne contro una ragazza senza marito che aspetta un figlio da chissà chi. La mancanza di pietà nel bussare a una porta e sentirtela sbattere in faccia, dopo uno sguardo a te e al tuo ospite indesiderato. Ho sedici anni, un bambino e un destino più grande di me. La notte è fredda, il sudore scivola sulla mia pelle come brina su fili d’erba. Mi sfugge un gemito, iniziano le fitte. Ma va bene, è normale. Ogni tanto capita. 34