Eppure alla fine, alla sua fine, mi aveva voluto lì, di fronte a quel
vetro, di fronte al bambino che lei non avrebbe mai visto.
Perché eravamo così, io e lei. Due pezzi di puzzle che non
combaciavano, ma che a furia di spingere si erano incastrati tra loro.
Niente e nessuno avrebbe potuto sciogliere quella dissonante
vicinanza...ed ora, a riempirne i vuoti c’eri tu.
«In una notte d’inverno»
Testo tratto da «L’estate dei bucaneve»
di Marta Tempra
Che fatica.
Scanso una ciocca ribelle di capelli, ho la fronte madida di sudore,
nonostante il freddo.
È notte, è inverno.
Ho sedici anni.
Sono incinta.
La mia mano scende istintiva, c’è poco da nascondere, anche con
vestiti larghi.
È lì, è lì da nove mesi ormai.
È lì da quando non era che una notizia, un concetto senza alcun
riscontro fisico.
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