collo e nove mesi, credimi, non bastano neanche per rendersi conto
di cosa sta succedendo. E se, come nel mio caso, non ci sono
neanche i nove mesi... beh, ragazzo, si va veramente fuori di testa.
Ricordo anche la prima volta che ho visto tua madre.
Io non credo ai colpi di fulmine: la saetta che ti folgora, la freccia di
cupido che ti colpisce e zac, ti fa innamorare di uno
sconosciuto...semplici sciocchezze.
Eppure la prima volta che ho visto tua madre, è scattato qualcosa.
Non era amore, non era simpatia, neanche attrazione fisica. Era
come... come una vibrazione. Qualcosa nel suo sguardo, nella sua
postura, che la rendeva assolutamente singolare.
Sembrava che guardasse sempre avanti, ecco. Sempre avanti, con
l’ombra delle ciglia negli occhi nocciola: non era impaziente e non si
attardava, non era felice ma neanche riluttante. Procedeva come
procede una melodia: nota dopo nota, passo dopo passo, scriveva la
sinfonia della sua vita.
E in quel momento ho semplicemente desiderato farne parte anch’io.
Ma la vita segue delle strade tutte sue. E te lo dico subito, è inutile
intestardirsi, sbatterci il muso, alla fine le cose andranno come dice
lei.
Eppure io e tua madre ci abbiamo provato. Oh, se ci abbiamo
provato.
Eravamo così, io e lei. Due pezzi di puzzle che non combaciavano,
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