Raccontando l’amore - antologia AA.VV. (march 2014) | Page 32

«Come una melodia» Testo tratto da «L’istante tra due battiti» di Marta Tempra Ricordo la prima volta che ti ho visto. Me ne stavo lì, le mani su quel vetro che si appannava e si spannava con il mio respiro e guardavo, guardavo senza vedere nulla in particolare. File di occhi chiusi, di piccole mani strette a pugno, di teste coperte di peluria. Cuccioli d’uomo senza ancora un nome o una storia. O forse il nome sì, ma sai, il nome è come un paio di scarpe, prende forma solo con l’uso: ci vuole un bel po’ prima che aderisca perfettamente alla pelle. E fino a quel momento resta qualcosa di astratto, interscambiabile, una semplice fila di caratteri su una targhetta attaccata al polso. E la tua non mi diceva nulla. Non avevo scelto io quel nome, non lo avevo sussurrato contro il pancione di una donna, mia madre non lo aveva ricamato a punto croce su un bavaglino. Un nome sconosciuto per un bimbo sconosciuto. Sai, essere padre non è naturale per un uomo. Noi non abbiamo innato l’istinto di maternità, quell’imprinting viscerale che le femmine di ogni specie hanno per le proprie creature. Nella paternità... nella paternità si inciampa, ecco. Ti cade tra capo e 30