uscendo dal negozio.
Uomini in fregola e donnine eccitate scorrazzavano per il paese
con mazzi di fiori colorati. Lo Zotico percepì le vibrazioni
dell’amore nell’aria.
«Lov is in de eir! Lov is in de eir!» cantava a squarciagola mentre
si dirigeva al Bar.
«‘No caffè veloce» disse entrando. Il Barista si era quasi
appisolato sul bancone per la noia. Non appena vide il
compaesano, saltò su e si mise al lavoro. In un angolo c’erano
ancora la moglie del Pappone, la Mbriacona, e la moglie del
Barista che si lamentavano sulla loro malasorte.
«Neanche ‘no fiore» disse una incrociando le braccia e
assumendo un’espressione imbronciata.
«Che schifo» concordò l’altra.
Un giovanotto nel fiore dell’età, lo Studente, entrò a far colazione
al Bar. Salutò il gruppetto di Invalidi civili di professione che
giocavano a briscola litigando fra di loro.
«Vagliù, sai gioca’ a briscola?» gli fece un vecchietto, il Cieco
per professione.
«No, io veramente studio» rispose il ragazzo.
«E che studi a fa’?» rispose il Cieco di professione. «Io aggio
fatto le magistrali, non serve a niente! Piens a campa’ e goditi la
vita. Qua non ci sta fatica!»
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