ripulirti, consolarti ed amarti per l’eternità.»
Jean alzò la mano e tracciò le linee del mio viso con il pollice.
«Mia bella ninfa.»
Un’altra ondata di calore che partiva dal basso ventre mi investì
facendo imporporare tutta la mia pelle. La luce della candela si era
fatta sempre più flebile, lo stoppino era quasi terminato. Jean fece
scivolare il pollice sul collo e poi sulla spalla. Aveva le mani fredde
mentre io avevo una temperatura corporea molto alta. Fui scossa da
brividi simili a quelli della febbre, solo che febbre non era. Mi
chinai su di lui per baciarlo e accarezzargli la zazzera arruffata.
«Prendimi ancora e lascia che tutte le tue pene svaniscano dentro di
me» lo pregai. Jean non perse l’occasione e incominciò a toccarmi
con lascivia. Morse leggermente i miei seni, sussurrando quanto
appetitosi fossero. Risi sommessamente ma il riso divenne un
gemito di piacere mentre egli toccava con mano la mia forte
eccitazione. Inarcai il bacino verso di lui, desiderosa di essere
sottomessa ancora una volta. Non mi accontentò subito, godendosi
piuttosto le mie suppliche. Stuzzicò le mie carni a lungo, fino a
quando non inarcai la schiena colta da una potente ondata di
godimento. Allora entrò ancora dentro di me e vi rimase a lungo,
questa volta trattandomi con dolcezza e lasciando tutti i fantasmi
del passato e del futuro fuori dalla nostra stanza.
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