dolore e piacere mentre continuavo a pregarlo di non fermarsi e di
farmi completamente sua. Jean mi possedeva con tanta passione,
con una mano afferrò i miei capelli e li tirò indietro. Approfittando
di quel momento di debolezza, mi spinse giù sotto di lui e io mi
ritrovai sua preda.
«Questo è il mio momento» sussurrò quasi a mo’ di scusa per quel
gesto di sottomissione. Spinse sempre più forte come se volesse
purificarsi tramite me di tutte le ingiustizie e il dolore subiti. Lo
lasciai fare godendomi la sua rabbia mentre gli conficcavo le
unghie nella pelle morbida della natiche. Potevo quasi sentire la
sua sete di vendetta vibrare dentro di me e poi calmarsi dopo le
ultime, possenti spinte. Tremando, si lasciò scivolare accanto a me.
Io ansimai rumorosamente, sfatta ma appagata. Avevo la pelle
ipersensibile ed ebbi uno scatto involontario quando Jean fece
scorrere il suo dito indice tra i miei seni ricoperti da un velo di
sudore.
«Mi dispiace» mormorò.
«Se la metti così, mi piacerebbe che tu fossi sempre dispiaciuto!»
Sentii il letto vibrare per le risate di Jean. «Mi dispiace per essere
stato così brutale. Ero gV