«Non piangere, piccola mia» baciai mia figlia sul capo. «Papà è
tornato!»
Jean si avvicinò e mi impresse un lungo e dolcissimo bacio sulle
labbra. Si accigliò leggermente.
«Cosa hai?» gli domandai.
(...) Evase la mia domanda e mi chiese «Andrai a Morimond?»
Fu come un pugno nello stomaco. Capii quale era la sua
preoccupazione. Deglutii con forza e mi feci coraggio. «Io devo.»
«E perché mai? Hai una famiglia qui ora.»
Mi irrigidii. Guardai Teresa che nel frattempo si era addormentata
tra le mie braccia dimentica dell’uomo barbuto. Poi guardai Jean.
«Non voglio tornare nella mia epoca» lo rassicurai. «Voglio sapere
chi sono, perché sono stata mandata qui, chi diavolo sei tu e perché
proprio tu sei il mio destino! Se potessi mettere le mani su quel
manuale allora forse riuscirei a svelare il mistero.»
«Forse. Rischieresti la vita solo per appagare la tua curiosità?»
«Chi ha detto che rischierei la vita?»
«Quell’abbazia è maledetta. Potresti rimanere uccisa e lasciare
Teresa e me da soli» mi rimproverò mio marito. Mi sentii così in
colpa che non riuscii a parlare. Con il magone allo stomaco posai
Teresa nella sua culla e andai a sedermi sulle ginocchia di Jean.
«Non vi abbandonerò mai. Ora siete voi due il mio presente» gli
sforai le labbra con il pollice. Erano secche. Gli impressi un bacio.
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