risultato della disattenzione di entrambi era stato un fragoroso
scontro frontale, seguito dalla caduta di lei, del suo pacchetto,
della borsetta. Preoccupato, lui subito s’era precipitato per
accertarsi che stesse bene e i loro sguardi s’erano incrociati.
Un’accorata richiesta d’aiuto, una preghiera, una speranza
inespressa… Tutto ciò era meravigliosamente racchiuso nei
luminosi occhi azzurri di lei, che sembravano parlare, vibranti,
e per un attimo lui si era perso completamente in
quell’infantile e malinconico oceano. Le loro dita si erano
sfiorate ed un brivido era corso lungo la schiena di lei; lui,
invece, a quel contatto aveva ritratto frettolosamente la mano.
In quel singolo, innocuo gesto, lei aveva colto immediatamente
la sua fragilità, la sua ritrosia, la sua enorme paura d’amare.
Cionostante sentiva di avere nelle mani la chiave per aprire la
gelida gabbia del suo cuore, e così con voce tremante aveva
detto: «Perdonatemi, io… io… ero sovrappensiero, non v’ho
visto, sono mortificata per l’increscioso incidente, spero di non
avervi arrecato danno alcuno…» Accidenti! Sto parlando come
un libro stampato, di sicuro ora fuggirà a gambe levate! Aveva
alzato timidamente gli occhi, convinta di trovare fastidio e
disappunto nello sguardo di lui, il quale, invece, le aveva
rivolto un rassicurante sorriso; il suo sguardo, prima
impenetrabile, s’era d’un tratto illuminato e le era sembrato di
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