Pubblicazioni e documenti STRADE E PONTI PER PASSAGGIO SUI FIUMI LOMBARDI
STRADE E PONTI PER PASSAGGIO SUI FIUMI LOMBARDI
Di Cesare Sottocorno
L’attraversamento dei fiumi e delle paludi che occupavano il territorio lombardo ha sempre
causato non poche difficoltà alle popolazioni che, nel corso dei secoli, hanno abitato
questa parte della pianura Padana.
Tra il 1972 e il 1976 il ritrovamento, nei letti dei fiumi Adda e Oglio di alcune (11 per la
precisione) imbarcazioni denominate dagli archeologi “monossili” perché ricavate da un
unico tronco d’albero, risalenti al neolitico ma utilizzate, secondo le analisi effettuate,
anche nel medioevo, ci consente di affermare che quei popoli avevano saputo trovare il
modo di muoversi, di comunicare e di commerciare anche in un ambiente che non favoriva
certamente gli insediamenti umani.
In quest’area si stabilirono gli Etruschi, i Veneti, i Liguri e più tardi diverse tribù dei Celti
(Galli): Senoni, Boi, Cenomani e Insubri.
Questi ultimi, come racconta Tito Livio, guidati da Belloveso, proprio al centro della
pianura, fondarono all’epoca di Tarquinio Prisco, intorno al 567 a. C., “una città che
chiamarono Medolanio”
I Cenomani occuparono la zona dove sorge Brescia lontano dai fiumi così come Treviglio
mentre paesi come Cassano, Truccazzano, Casirate sono state costruiti su quella che
doveva essere la costa del Lago (o Mare) Gerundo.
Il toponimo Rivolta deriva da ripa – alta, una riva che metteva l’abitato (ma non il suo
circondario come si è visto anche nel 2002) al riparo dalle esondazioni dell’Adda.
Il territorio, viste anche le vaste aree boschive, non era facile da attraversare.
Il geografo greco Stradone scrive che “Annibale penò non poco al momento d’attraversare
il territorio sulla riva sinistra dell’Adda, anche se i Galli della zona, ribellatisi a Roma,
dovettero essergli stati di notevole aiuto”. 1
Nell’89 a.C. con la “lex Pompeia de Gallia Citeriore”, la Transpadania divenne romana e
dopo la battaglia di Filippi del 42 a.C. anche le terre incolte della pianura Padana
cominciarono ad essere distribuite ai legionari.
L’ambiente naturale subì, nel tempo, una radicale opera di bonifica. Si avviò il lavoro di
centuriazione ancora oggi a tratti visibile. Milano diventò il più importante centro della
regione.
Dovendo individuare i punti di attraversamento dell’Adda nell’area geografica della Gera
abbiamo in primo luogo consultato la Tabula Peutingeriana. E’ una copia medioevale di
una carta dell’epoca romana realizzata come una specie di carta stradale. Aveva la
funzione di rappresentare il sistema viario dell’impero romano segnalando le strade, le
stazioni di sosta e le città.
Sulla carta sono segnate due strade che da Milano, in direzione est, portano a Cremona e
Brescia.
Non essendo però ben individuabile, come sostiene anche Carlo Piastrella, il fiume Adda
risulta impossibile trovare ponti o simili manufatti.
Osservando invece la carta de “Le antiche strade romane” ridisegnata per la rivista
“Archeo” nel 1996, si può notare che, a sud di Lecco, l’Adda veniva attraversata a Pons
Aureoli (oggi Canonica d’Adda) dalla strada consolare diretta a Bergamo – Brescia –
Verona dove incrociava la via Postumia e ad Acerra (nei pressi di Pizzighettone) sulla via
che passando per Laus Pompeia (Lodivecchio), arrivava a Cremona.
E’ sorprendente constatare come su un tratto del fiume lungo circa 40 Km. da Canonica a
Pizzighettone e oggi attraversato da nove (dieci se si conta quello per la Bre-Be-Mi) ponti
1
E. CALVI, Il Borgo sull’alta riva. Storia di Rivolta d’Adda, Vol. I, Paullo 1988, pag. 34.