Pubblicazioni e documenti Pace di Rivolta d'Adda. Di Alberto Pianazza | Page 9

P A C E d i R i v o l t a d ’ A d d a due altri Santi sulle pareti laterali; nell’esterno la Crocifizione di nostro Signore e l’annunciazione della B.V.”. La descrizione più dettagliata si trova però nella domanda di autorizzazione alla vendita (la prima richiesta che si conosca) rivolta il 5 dicembre 1880 all’Inclita Prefettura Provinciale di Cremona (una nota dice che è stata annullata perché in bollo incompleto; la domanda è stata però successivamente inviata come dimostra la risposta negativ a dell’anno successivo). In essa si legge: “Tale oggetto sopra un doppio campo di cerchi 7 per 4 contiene più di trenta figure in smalto a diversi colori. Esso rappresenta da un lato la Crocifissione sopra tre croci e 15 figure di diverse persone a piedi ed ai lati delle croci; dall’altra parte l’Annunciazione sopra due antelle al di fuori, e nella parte di esse interiore due figure vescovili, nel fondo rappresenta la nascita del Redentore, S. Giuseppe, la B. V., il presepio col bambino, un Angelo, tre persone ed una quarta in penombra, il tutto lavorato in smalto a diversi colori di sorprendente finezza”. (La stessa descrizione viene sostanzial- mente ripresa in un’altra domanda al Ministero della Pubblica Istruzione datata 28 agosto 1896). Se si vuole comunque avere un’idea più completa di che cosa rappresenti è neces- sario rifarsi a descrizioni più recenti. Ne ho trovato una, chiara ed esaustiva, in una pubblicazione sul Museo Poldi Pezzoli che l’allora Cassa di Risparmio delle Province Lombarde ha finanziato nel 1972. Nelle pagine dedicate a “La Pace” (pp. 126-127) Guido Gregorietti, dopo aver illustrato un’ altra opera a smalto del Museo, la descrive così: “Può starle a fianco la “Pace”, prezioso altarino di devozione privata, acquistata dal Museo alla parrocchiale di Rivolta d’Adda, che aveva necessità di opere murarie e di denaro per attuarle. L’oggetto, alto mm. 166, ha una base polilo- bata di gusto e origine gotica, che si restringe in un breve fusto a cannelli interrotta da una corona gigliata capovolta, a sua volta sormontata da un cilindro tornito, dal centro del quale erge un bocciolo e due ampie cornucopie in smalto blu e bianco che reggono la cornice centinata della Pace. Lungo tutto il suo spessore esterno è svolto un motivo con otto copie di delfini affrontati. In alto, al centro, tra le volute delle code dei delfini si erge un bocciolo smaltato su cui è fissato un anello trilobato. R e l i q u i a r i o C r o c e sorreggendo un libro. A sinistra della Madonna è Giuseppe d’Arimatea. La colora- zione ha predominanza di monocromo blu con larghe zone chiare, pochi tocchi di giallo e varie lumeggiature in oro. Le placchette dell’interno degli sportelli recano a sinistra ed a destra rispettiva- mente, le figure di S. Bernardino da Siena e di S. Lodovico da Tolosa, su fondo blu stellato. Le vesti e gli attributi sono lumeggiati in oro. Nella parte esterna degli sportelli è rappresentata, in unica composizione, “L’Annunciazione” su uno sfon- do di ambiente ad archi e volte lunettate. Nella parte posteriore è rappresentata una “Crocifissione” densa di personaggi: quattro uomini a cavallo, il gruppo delle Marie a sinistra e quello degli armigeri che giocano a dadi a destra, oltre a vari altri personaggi. Non mancano accenti leonardeschi nell’ “Annunciazione” all’esterno degli sportelli, specialmente nella figura dell’Angelo, pur riconoscendo che in tutti gli altri pannelli si riconosce la formazione veneta del personalissimo Foppa” (op. cit. pagg. 126 – 127) In conclusione consentitemi un’osservazione personale: mi pare stupefacente la molteplicità di così numerose rappresentazioni di persone (nella sola Crocifissione il documento d’archivio del 5 dicembre 1880 ne contava ben quindici oltre alle tre in croce e più di trenta nell’insieme) e di elementi architettonici e decorativi in spazi così ristretti, segno, a mio modesto avviso, di una grande capacità compositiva e di notevole abilità nel disegno da parte dell’autore del cimelio. (Altre descrizioni si trovano, come abbiamo visto in un articolo di Diego Santam- brogio pubblicato su La Lega Lombarda e riportato da l’Eco dei Restauri n. 2 del 25 dicembre 1902 e nella scheda citata di Annalisa Zanni). La cornice a fascia di smalto blu con doppia filettatura in oro è decorata, nello spessore interno, da una sequenza ininterrotta di rombi bianchi centrati da minu- tissime stelle in oro. Sullo spigolo esterno ha, incernierati, due sportelli, la cui linea combacia con la centina della cornice. La minuscola pala dipinta a smalto rappresenta “La Natività” (mm. 40 x 62). La scena, invece di svolgersi in una capanna, ha per sfondo un edificio dalle linee classiche, con un grande arco centrale e due finestre laterali, attraverso i quali si vede l’annuncio ai pastori. La testa della Madonna genuflessa è centrata nell’arco del fondo; alla sua destra, in terra, è il Bambino adagiato su di un drappo i cui lembi sono sostenuti da un angelo inginocchiato. Al di sopra di esso tre angeli cantano 14 d e l l a 15