Pubblicazioni e documenti Pace di Rivolta d'Adda. Di Alberto Pianazza | Page 11

PACE di Rivolta d ’ Adda Reliquiario della Croce
Denominazione
La questione non è , come potrebbe sembrare a prima vista , di scarsa importanza . La denominazione infatti è strettamente legata alla funzione e all ’ uso di un manufatto . Se , per esempio , di un quadro dico pala d ’ altare , significa che il dipinto era o è destinato ad essere collocato sul fondo della chiesa dietro l ’ altare ; se dico , di una scultura , angelo ceroforo , tutti capiscono che mi riferisco ad un manufatto che ha lo scopo di portare o sorreggere una candela o comunque una fonte di luce . Ora il cimelio in questione è stato tradizionalmente e nell ’ uso comune definito “ Pace ”. Così appare in tutti i documenti d ’ archivio : nelle domande rivolte alle competenti autorità per la sua vendita , nei permessi , negati o concessi al riguardo , nelle trattative con gli interessati all ’ acquisto . Così nel documento del 14 gennaio 1903 con il quale il direttore del Poldi Pezzoli , Camillo Boito , comunica all ’ ing . Nava di aver appreso della decisione della Fabbriceria di Rivolta d ’ Adda di vendere il prezioso cimelio si dice : “ Il Commissario del Museo Poldi Pezzoli Cav . Aldo Noseda mi ha comunicata la risposta da Lei ottenuta dalla Ven . Fabbriceria di Rivolta d ’ Adda , in merito alla cessione a questo Museo della Pace per la somma di lire 8000 ”. E alla stesso modo è denominata nella concessione alla vendita da parte del Ministero della Istruzione Pubblica del 3 marzo 1903 : “ Concedo ben volentieri alla Fabbriceria di Rivolta d ’ Adda di vendere la preziosa Pace , di cui la S . V . mi manda le fotografie , al Museo Poldi-Pezzoli !”. Tale denominazione messa in dubbio già nel 1917 e abbandonata per la prima volta da G . Romano in una sua scheda del 1982 ( cfr . A . Z ., scheda del catalogo della Mostra l ’ Oro e la Porpora , Lodi , 1988 , pagg . 205-209 ), è stata e viene ancora utilizzata nell ’ uso non critico forse per comodità ; e compare anche , forse perché come tale è largamente conosciuta , se non altro come aggiunta in alcune denominazioni recenti . Nella scheda appena citata Annalisa Zanni dice così : “ Reliquiario della croce ( stauroteca ) detta Pace di Rivolta d ’ Adda ”. Certo , lo si è capito , la definizione di “ Pace ” è ritenuta inesatta , anche se a noi piacerebbe che continuasse a comparire in aggiunta esplicativa , se non altro come fa la Zanni , in quanto continuerebbe a ricordare il legame di questo cimelio con Rivolta d ’ Adda e la sua provenienza dalla nostra comunità . La Zanni , nel suo studio sul cimelio , propone diverse motivazioni per l ’ uso improprio della definizione “ Pace ”. Premesso che con questo termine ci si riferisce ad una tavoletta senza ante mobili di modeste dimensioni sulla quale veniva rappresentato qualcosa di sacro da offrire al bacio dei fedeli , che una Pace ha sul retro un ’ impugnatura per la presa e l ’ utilizzo , elementi tutti che mancano nell ’ oggetto in questione , la Zanni , dopo aver scartato come pertinente la denominazione di Pace , cerca anche di capire il perché di questa errata definizione .
Secondo lei una prima ragione può essere stata l ’ approssimazione di linguaggio di fine Ottocento “ che spesso confuse e utilizzò in modo impreciso la terminologia e il riconoscimento della funzione degli oggetti ”. Una seconda ragione per l ’ uso di questa terminologia impropria potrebbe essere stata la presenza del piede polilobato , “ che poteva rappresentare una possibile impugnatura di questo altarolo e quindi una sua funzione di pace ”. La Zanni esprime tutta questa motivazione in forma dubitativa , premettendo un forse . Ma noi possiamo togliere questo forse . Dai documenti d ’ archivio risulta che per un certo periodo , non sappiamo quanto a lungo , il cimelio è stato utilizzato come “ Pace ”. Infatti nella già citata scheda del 18 giugno 1892 alla voce “ Oggetto d ’ arte ” si legge : “ Una Pace che si usa al bacio dei fedeli ”. Un uso improprio , ( ma nel caso sia un reliquiario non va dimenticato che anche le reliquie erano offerte in determinate circostanze al bacio dei devoti ), ma perfettamente comprensibile e , comunque , nella convinzione che il cimelio potesse servire a tale scopo . Uso certo improprio , ma comprensibile , perché gli oggetti artistici nella vita della comunità cristiana non sono principalmente pezzi da museo e da esposizione ma anche oggetti utilizzati nel culto secondo le necessità del momento e la dinamica della vita che è sempre in evoluzione . Chi di noi frequenta la chiesa , soprattutto chi partecipa a quel momento solenne che sono , nella pastorale parrocchiale , le Sante Quarantore , anche se non si è finora accorto , può facilmente constatare un recente cambio d ’ uso di cui mi sono preso , spero senza sbagliare , la responsabilità . I quattro angeli in legno dorato che sull ’ altare fungono da cerofori per il Santissimo Sacramento solennemente esposto , non sono nati per questo uso . Originariamente facevano parte del baldacchino ligneo , settecentesco , per la processione con la statua della Madonna per le vie del paese la prima domenica di ottobre , e precisamente fungevano da sostegno della corona alla sommità dello stesso . Giacevano con quello che resta , piuttosto deteriorato , del baldacchino in magazzino , destinati ad un degrado inarrestabile . Per questo si è pensato di salvarli con un accurato restauro conservativo e , senza modifiche che avrebbero intaccato l ’ originalità dell ’ opera , utilizzarli in questa loro nuova funzione . Non sarà capitato qualcosa di analogo , più o meno , anche per “ La Pace ”? E non potrebbe aver avuto origine , da questo nuovo utilizzo di “ Pace ”, documentato , la denominazione tradizionale ? Ma qual è quella propria ? Che cosa veramente è , e a che cosa era originariamente destinata ? Il Gregorietti , nell ’ opera citata , la definisce un “ prezioso altarino di devozione privata ”, cioè qualcosa che raffigura scene sacre davanti al quale soffermarsi in preghiera . Questa definizione e l ’ utilizzo conseguente fanno venire in mente l ’ usanza di una volta , quando sul comò della stanza da letto o su un qualsiasi ripiano veniva collocata un ’ immagine sacra , statua o quadretto che fosse , una Madonna , un Sacro Cuore o qualche santo , davanti alla quale si recitavano le preghiere . Ho ancora
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