Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 9

Si trattava probabilmente di un villaggetto romano, forse con una casa padronale; ma la torre in argomen- to è invece chiaramente medievale e lo è anche il muro che da essa si diparte verso valle, ora completa- mente interrato, ma che noi potemmo bene osservare quando i lavori per la costruzione della strada, alcu- ni anni fa, ne miser o in chiara luce vari tratti. È questo un'opera in calcestruzzo pietroso durissimo, e per la sua disposizione parallela all'andamento della costa, ma di alcuni metri sotto il bordo di essa, cioè lungo la possibile sponda di un eventuale lago, suggerisce l'idea di un argine o di costruzione analoga. II fatto che anche la torre non si trovi sul punto più alto della costa, che in passato dovette inoltre essere più elevata di ora, come sarebbe stato logico per un posto di guardia o di difesa, sembra anch'esso indica- tivo nel senso sopraddetto". Nella sua tesi di laurea sul "Lago Gerundo e l'Insula Fulcheria", A. Parati, allievo del prof. G. Nangeroni all'Università Cattolica di Milano nell'anno accademico 1966/67, affronta il problema dell'antico corso dell'Adda e dell'esistenza del Gerundo prendendo in esame anche gli aspetti geologici del territorio, la cui formazione e il cui sviluppo furono sempre strettamente legati alla storia di queste acque che dalle Alpi si riversavano nel Po. Rifacendosi a quanto aveva affermato Giovanni Romani, storico e scienziato dei primi dell'800, che nel suo libro edito a Roma nel 1818, dal titolo "Dell'antico corso dei fiumi Po, Adda, Oglio", sosteneva che la pianura che si stende dalle Alpi all'Appennino era nell'antichità più depressa di quanto apparisse nel sec. XIX, il Parati può logicamente dedurre che "i fiumi e i torrenti che scaricavano dai monti le loro acque nel Po scendendo per piani inclinati, dovevano, coi sedimenti delle loro piene, rialzare i livelli delle cam- pagne per le quali liberamente scorrevano". E a conferma di questa deduzione, che non appare certo priva di logica, aggiunge con la sollecitudine dello scienziato: "In occasione di scavi nelle adiacenze dei fiumi Po, Adda e Oglio si sono scoperti più strati paralleli a varie altezze, costituiti da materie fluitate". E chia- risce il fenomeno del sorgere di isole o di ripe alte ai bordi di questi fiumi, su cui in seguito poterono prender forma i primitivi agglomerati umani: "I fiumi però andavano gradatamente incidendo e approfon- dendo il loro letto, anche se, non essendo frenati da argini, inondavano di frequente le campagne, depo- nendovi il materiale portato dalle correnti". In quanto poi all'esser esistito o meno il lago Gerundo, il Parati, riprendendo le parole del Romani, dimo- stra di ritenere non solo che chi ne abbia negato l'esistenza appartiene a quella categoria di eccentrici che per apparire scaltriti incominciano col rifiutare a priori tutto quello che non può essere materialmente dimostrato hic et nunc (e qui non si vuol alludere all'acuta ma inaccettabile obiezione di Elia Lombardi- ni(5), ma ci pone davanti agli occhi un quadro che per la sua chiarezza diventa una prova inconfutabile di ciò che deve essere stata la situazione di queste terre nei tempi antichi. (5) Diceva Elia Lombardini, nel suo "Studio sull'origine dei terreni quaternari... ", 1862: "… il profilo altimetrico della zona e la generica pendenza del terreno vicina al tre per mille escludono la possibilità di formazioni lacustri". Ma il Lombardini si riferiva ai suoi tempi, e non teneva conto di tutte le variazioni avvenute per opera della natura e dell'uomo, di cui purtroppo non possediamo testimonianze: e non si tratta certo di ciò che può essere successo nel giro di un secolo o due soltanto.