Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 75
prout magis valuerit sub extimatione in consimili
loco vel in consimilibus locis.
Postea vero presentia dictorum Iohannis de Baria-
no et Homoboni Bolzarri, qui fuerunt confessi se
esse vassallos et pares curie isti domini episcopi et
episcopii, isto domino episcopo illud idem guaren-
tante, necnon et presentia istorum testium prefatus
dominus episcopus nomine et vice sui episcopii
investivit honorifice per feudum de omnibus istis
terris Anselmum de Bonato, recipientem hec omnia
suo nomine et nomine A(le)xandri et Iohannis
fratrum eiusdem Anselmi, in se et in heredibus
eorum masculis, ex eis legittime descendentes. Ita
ut ipsi et eorum heredes masculi, ex eis legittime
descendentes, seu cui darent habeant et teneant
eam et faciant de ea, quicquid facere voluerint,
secundum ius et usum feudi, una cum accessione et
ingressu seu cum superioribus et inferioribus suis,
sine alicuius contradictione. Pretera istus dominus
episcopus nomine et vice sui episcopii dedit et
cessit atque mandavit isto Anselmo, hec omnia
recipienti suo et dictorum fratrum suorum nomi-
ne, omnia iura omnesque actiones et rationes reales
et personales que et quas habebat aut sibi compe-
tebat nomine vel occasione iste rei contra qua-
scumque et personas; et eum procuratorem in rem
suam fecit et costituit se possessorem iste rei pro
eis. Et hoc totum fecit istus dominus episcopus ad
hoc, ut non teneatur de evictione neque ad interes-
se, nisi tantum pro facto episcopii. Ibique dictus
Anselmus iuravit fidelitatem isto domino episcopo,
ut vassallus domino suo.
SN Ego Bartholomeus de Pescarolo, domini Henri-
ci imperatoris notarius, interfui et rogatus hanc
cartam scripsi.
alcuno. Inoltre questo Alberto a nome proprio
e del detto suo padre, diede e cedette e affidò a
questo signore Vescovo - che riceveva tutte queste
cose a nome e vece di questo episcopio- tutti i
diritti e tutte le azioni e ragioni utili e dirette, reali e
personali, che e le quali aveva o si attribuiva a
nome o occasione di questa cosa contro ogni cosa e
persona; e fece lui procuratore nella cosa sua e
costituì sé possessore di questa cosa rispetto a lui.
Inoltre promise a lui per sé e i suoi eredi, a questo
signore Vescovo o al suo successore, di difendere
questa cosa da ogni uomo per il fatto loro sotto
pena del doppio, come più avrà potuto valere se-
condo la stima (esistente) in luogo consimile o in
consimili località.
In seguito poi, in presenza dei detti Giovanni da
Bariano e di Omobono Balzarri, che dichiararono di
essere vassalli e pari della curia di questo signore
Vescovo ed episcopio, garantendo la stessa cosa
questo signore Vescovo, nonché in presenza di
questi testi, il prefato signore Vescovo a nome e
vece del suo episcopio, investì a titolo d'onore per
feudo di tutte queste terre Anselmo da Boato, che
riceveva tutte queste cose a nome suo e a nome di
Alessandro e di Giovanni, fratelli del medesimo
Anselmo, in sé e nei loro eredi maschi da essi
legittimamente discendenti. In modo che essi e i
loro eredi maschi discendenti legittimamente da
essi, o colui a cui dessero (in consegna), abbiano e
tengano essa e facciano di essa tutto ciò che vorran-
no fare, secondo il diritto e l'uso del feudo, unita-
mente con l'accesso e l'ingresso e con le superiorità
e inferiorità sue, senza opposizione da parte di
nessuno. Inoltre questo signore Vescovo in nome e
vece del suo episcopio diede e cedette e trasmise a
questo Anselmo - che riceveva tutte queste cose a
nome suo e dei detti fratelli suoi - tutti i diritti e
tutte le azioni e ragioni reali e personali, che e quali
aveva o gli competevano in nome e occasione di
questa cosa contro qualunque cosa o persona; e lo
fece procuratore nella cosa sua e costituì sé posses-
sore di questa cosa per essi. E ciò fece questo
signore Vescovo a questo fine, affinchè non sia
tenuto da evizione nè ad interesse, se non soltanto
per il fatto dell'episcopio.
E lì il detto Anselmo giurò fedeltà a questo signore
Vescovo, come un vassallo al suo signore.
SN Io Bartolomeo da Pescarolo, notaio del signor
Enrico imperatore, fui presente e rogato scrissi
questa carta.