Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 59
L’imperatore, scosso dal disastro, come dalle scissure di Germania, dai lamenti dei vassalli stanchi
di una guerra che durava da 23 anni, si rivolse ad Alessandro III come ad intermedio. Fu scelta
Venezia quale sede del congresso" (Castiglioni).
La tregua stabilita con i confederati in Venezia, alla presenza del Papa, fu poi convertita in pace a
Costanza il 25 giugno 1183. Il testo di essa fu inserito nel Corpus Jurius Romani, e divenne la base
del diritto pubblico italiano.
Tre anni dopo, il Barbarossa, riconciliatosi ormai con i Comuni italiani, fu pronto a punire Cremona
che aveva smantellato la rocca di Crema per impedire all'eroica cittadina, distrutta nel 1160, di
ricostruire le sue case e le sue difese murarie.
Questa volta, a dar man forte all'imperatore, era scesa in campo anche Milano. Castelleone - allora
chiamato "Castrum Manfredi" - fu assediato, preso e distrutto. Ma proprio durante l'assedio, i Mila-
nesi ottennero dal sovrano l'avallo alla loro spinta politica espansionistica facendosi attribuire il
dominio di tutta la Geradadda.
Era una ricompensa per l'aiuto prestato: il Barbarossa dimostrava ancora una volta che se era spie-
tato con i nemici, sapeva anche esser generoso con gli amici, dando anche del suo, come aveva
fatto nel 1163 per la ricostruzione del duomo di Lodi. In quell'occasione, il Morena aveva annotato:
"... facta translatione corporis S. Bassiani
obtulit ipse clementissimus Imperator ad
fabricationem ecclesiae 30 libras denariorum
Imperialium; Serenissima vero Coniux Ipsius
obtulit ipsi Beato Bassiano libras quinque ".
“… fatta la traslazione del corpo di San Bas -
siano, il clementissimo Imperatore offrì
personalmente 30 lire di denari Imperiali per
fabbricare la chiesa; da parte sua la Serenis-
sima di Lui Consorte offrì cinque lire allo
stesso Beato Bassiano".(20)
Ludovico Antonio MURATORI (vedi anche Codex Diplom. Crem. dell'Astegiano, Vol. I, n. 427) a
pag. 229, Tomo IV, di Antiquitates Italicae Medii Aevi, ci informa in questi termini riguardo al
diploma concesso dal Barbarossa ai Milanesi:
"En quid a Friderico I. Augusto post Pacem
Constantiensem Mediolanensis Populus impe-
trarit. Diploma excripsi e MSto Puricelliano,
exsistente in Archivo Monachorum cister-
ciensium Sancti Ambrosii Majoris Mediolani.
"Ecco che cosa ottenne il Popolo Milanese da
Federico I° Augusto dopo la pace di Costanza
(1183). Ho trascritto il diploma dal Mano-
scritto Puricelliano, esistente nell'Archivio dei
Monaci Cistercensi di Sant'Ambrogio Mag-
giore di Milano.
(20) - La somma può apparire di un 'esiguità irrisoria. Ma se calcoliamo il valore della moneta nel secolo XII e lo
raffrontiamo a quello del secolo XX - tenendo anche presente l'enorme variazione dei costi dei materiali e della mano-
dopera - troviamo che 35 lire imperiali di allora non erano cosa da poco, corrispondendo a lire 96.250 dell'anno di
grazia 1925 (Gaziamoli, op cit. pag. 133); e a 62 milioni di lire circa nel 1985 (dott. Alberto Messaggi, indice costo-
vita).