Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 57
La scelta dei Lodigiani, dettata dalla paura, dalla stanchezza e dal desiderio di rappacificarsi con le
città lombarde, ormai decise ad affrontare il Barbarossa e a far crollare il suo anacronistico sogno di
un impero universale, non merita alcuna disapprovazione.
Nelle situazioni disperate, certo, è facile cadere nel grottesco quando non si abbia l'animo di optare
per una feroce autodistruzione. Sulle prime i Lodigiani pensarono anche di guadagnare tempo, ma
di fronte al minaccioso atteggiamento dell'arcivescovo - forte della sua autorit à morale e non alieno
a far leva sul fin troppo zelante appoggio militare della metropoli ambrosiana - ritennero più oppor-
tuno non "godere il benefizio del tempo, ma sì bene quello della virtù e prudenzia loro; perché il
tempo si caccia innanzi ogni cosa, e può condurre seco bene come male, e male come bene" (Ma-
chiavelli, II Principe: cap. III°).
E poi non dobbiamo trascurare un altro elemento di carattere morale, il desiderio di rientrare final-
mente nel seno della Chiesa cattolica, tagliando i ponti con uno scisma che non poteva lasciar
tranquille le coscienze. Dice bene il Cazzamali: "Propendo a credere che nella decisione presa
abbiano preponderato le ragioni morali. Basterebbe a provarlo l'entusiasmo con cui la città accolse
il nuovo Vescovo Alberto".
Infatti (continua l'Anonimo a pag. 217):
"Igitur in die Iovis sancti, que fuit tunc quarto
kalendas Aprilis de indictione prima
MCLXVIII anno, iam dictus dominus Albertus
Laudensis ecclesie prepositus communicato
insimul consilio tam Laudensis civitatis abba-
tum, prepositorum, presbiterorum aliorumque
clericorum quam etiam illorum, qui extra
civitatem in Laudensi fuerant episcopatu ad
honorem Dei et beatissime virginis Marie
atque beatissimi et preciosi confessoris sancti
Bassiani, cuius sanctissimum corpus in ipsa
eadem ecclesia iacet - seu etiam omnium
Laudensium tam clericorum quam laicorum
dominum Albertum presbiterum ac tunc
temporis ecclesie Ripalte Sicce prepositum
virum honestum et sapientem atque religio-
sum et bonis moribus valde imbutum ac Deum
multum diligentem et in omnibus timentem,
tam clericis quam laicis, in ipsa ecclesia
palam astantibus, in dominum et Laudensem
episcopum ac pastorem elegit ".
"Quindi, nel giorno di Giovedì Santo,che
coincise in quel tempo col 28 Marzo, indizio-
ne prima, dell’anno 1168, il già detto signor
Alberto (o Uberto, di Cuzano o Cazano)
preposito della Chiesa di Lodi, reso contem-
poraneamente partecipe il Consiglio sia degli
abati della città di Lodi, dei prepositi, dei
preti e degli altri chierici, sia anche di quelli
che erano nell'episcopato lodigiano al di fuori
della città, elesse alla pubblica presenza sia
dei chierici che dei laici nella chiesa stessa,
signore e vescovo e pastore di Lodi, a onore
di Dio e della beatissima Vergine Maria e del
beatissimo e prezioso confessore san Bassia-
no, il cui sacro corpo giace nella stessa mede-
sima chiesa, e anche di tutti i Lodigiani tanto
chierici che laici, il Venerabile prete AL-
BERTO, in quel momento prevosto della
Chiesa di RIPALTA SECCA, uomo onesto,
sapiente e religioso, largamente corredato di
buoni costumi, in tutto timorato e molto
devoto di Dio.