Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 55

Ma in quei momenti, un po' tutti quelli che avevano buone ragioni per sottrarsi alle ire del Tedesco, più che mai inferocito dalla duplice consapevolezza del progressivo crollare delle sue ambizioni e dell'accrescersi irresistibile della potenza militare delle città lombarde a lui nemiche, si erano messi in salvo: il Papa Alessandro III° era fuggito a Gaeta; Oberto Pirovano, arcivescovo di Milano, si era rifugiato a Genova. Bisognava lasciare che l'Enobarbo varcasse le Alpi e tornasse in Germania: sarebbe ripiombato in Italia con un nuovo esercito, ma il tempo non lavorava a suo favore, e anche lui - pur covando efferati propositi di vendetta - cominciava ad essere meno sicuro di sé. Racconta Carlo Castiglioni (Evo Medio, SEI, 1934): “Nel 1164 le città della Marca Veronese (Verona, Vicenza, Padova, Treviso e in seguito anche Venezia), esasperate dal tirannico governo dei delegati imperiali, s'erano congiunte fra loro per la reciproca difesa (Lega Veronese). Seguirono l'esempio le città di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova; ad esse si associarono anche i Milanesi con un trattato stipulato a Cremona nel marzo 1167 e confermato con giuramento nel convento benedettino di Pontida sul Bergamasco, il 7 aprile 1167: la Lega Lombarda (Nota: II primo storico milanese che parli del Congresso di Pontida è Bernardino Corio -1459-1519 - che pubblicò la sua storia di Milano nel 1503). Le due leghe si accostarono poi tra loro, formando la "Concordia" (1 dicembre 1167). È un moto generale di con- cordia e di fratellanza a tutela dei propri diritti. Il papa Alessandro III° inviò un suo legato, e bene- disse solennemente la Lega Lombarda. La direzione era affidata ai "Rettori", rappresentanti delle città: dovevano difendere gl'interessi delle città aderenti e mantenerle concordi. I collegati intanto ricostruivano Milano, ed edificarono una nuova città al confluente del Tanaro con la Bormida, sia per ragioni strategiche, sia per creare un baluardo contro il Marchese di Monferrato e i Pavesi, strenui campioni dell'imperatore. Le posero nome "Alessandria", in onore del protettore della lega, e la misero sotto l'immediata giurisdizione della S. Sede. I collegati si disposero a resistere con le armi all'imperatore, decisi di vincere o morire. Le ribellioni di Germania tennero lontano dall'Italia Federico per sette anni...". Ritornerà nell'autunno del 1174, ma durante la sua assenza molte cose erano mutate e maturate in Lombardia. A succedere ad Oberto Pirovano nell'arcivescovado di Milano, Alessandro III° aveva chiamato Galdino nel 1166. Questo coraggioso prelato, a cui il pontefice legittimo aveva affidato anche il compito di riparare ai guasti che lo scisma aveva disseminato in Lombardia - ora che le città si erano unite in lega contro l'oppressione comune - cominciò da Lodi, la città che era maggiormente legata all'Imp