Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 52

fanti da Milano col carroccio , che giurarono come i precedenti . Volle Federigo quattrocento ostaggi e spedì sei Tedeschi e sei Lombardi , fra i quali fu Acerbo Morena , allora podestà di Lodi , continuatore della storia cominciata da Ottone suo padre , acciocché esigessero il giuramento di totale ubbidienza da tutto il popolo milanese . Andò l ' imperadore a Pavia con tutta la corte e nel dì 19 d ’ esso mese di marzo mandò ordine ai consoli milanesi che in termine di otto giorni tutti i cittadini maschi e femmine evacuassero la città con quel che poteano portar seco . Spettacolo sommamente lagrimevole fu nel dì 25 il vedere lo sfortunato popolo piangente abbandonar la cara patria co ' piccoli lor figliuoli , cogl ' infermi e co ' lor fardelli , portando quel poco che poterono e lasciando il resto in preda agli stranieri . Alcuni giorni prima , cioè nel dì 18 , se n ' era già partito l ' arcivescovo Oberto coll ’ arciprete Milone , Galdino arcidiacono ed Achisio cimeliarca , ed ito per trovar papa Alessandro , che tuttavia dimorava in Genova . Chi potè se ne andò a Pavia , a Lodi , a Bergamo , a Como e ad altre città ; ma l ' infelice plebe si fermò fuori delle città ne ' monisteri di San Vincenzo , di San Celso , di San Dionisio e di San Vittore , sperando pure che non fosse estinta affatto nel cuore dell ' imperadore la clemenza e che egli , soddisfatto dell ' ubbidienza , permetterebbe il ritorno alle lor case . Non poteva essere più vana una sì fatta lusinga . Comparve nel dì seguente Federigo accompagnato da tutti i suoi prìncipi e soldati , e da ' Cremonesi , Pavesi , Novaresi , Lodigiani e Cremaschi , e da quei del Seprio e della Martesana ; ed , entrato in Milano , l ' abbandonò all ' avidità militare . Nel sacco neppure alcun riguardo s ' ebbe alle chiese ... Furono deputati i Cremonesi ad atterrare il sestiere di Porta Romana , i Lodigiani a quel di Porta Renza , i Pavesi a quel di Porta Ticinese , i Novaresi a quel di Porta Vercellina , i Comaschi a quel di Porta Comacina , e il popolo del Seprio e della Martesana a quello di Porta Nuova . L ' odio e lo spirito della vendetta animò sì forte questi popoli , che si diedero un ' incredibil fretta alla rovina dell ' infelice città . Gran somma di danaro aveano anche sborsato a Federigo per ottenerne la permissione . Il fuoco attaccato alle case ne distrusse buona parte ; il resto fu diroccato a forza di martelli e picconi , ed anche in pochi giorni si vide smantellata la maggior parte delle mura ... Nella domenica delle Palme assistè Federigo Augusto ai divini uffìzii nella basilica di Santo Ambrosio fuori della desolata città milanese e prese l ' ulivo benedetto ; e nello stesso giorno s ' inviò a Pavia . Celebrò egli in essa città la Santa Pasqua , col concorso della maggior parte dei vescovi , marchesi , conti ed altri baroni d ' Italia . Alla messa , e dopo la messa , ad un lauto convito , a cui s ' assisero i suddetti prìncipi , e i vescovi colla metra , e i consoli della città , si fece vedere colla corona in capo , insieme coll ' Augusta Beatrice , giacché due anni innanzi aveva fatto proponimento di non portar più corona , se prima non soggiogava il popolo di Milano . Grande fu allora il giubilo e il plauso del popolo di Pavia per le fortune dell ' imperadore ; e gli scrittori tedeschi si sciolgono in sonori elogi del suo gran valore e della sua costanza per aver sottomessa una sì riguardevol città . Ma resterebbe da vedere se gloria vera s ' abbia a riputare per un monarca cristiano il portare l ' eccidio ad un ' intera insigne città , con distruggere e seppellir tante belle fabbriche e memorie dell ' antichità , che fino a ' tempi di Ausonio quivi si conservavano . Che in pena della ribellione si dirocchino tutte le mura ed ogni fortificazione , ciò cammina ; ma poi tutto , chi può mai lodarlo e non attribuirlo piuttosto ad un genio barbarico ? A mio credere , i buoni prìncipi fabbricano le città e i cattivi le distruggono ". Anche se è leggenda che il Barbarossa passasse con l ' aratro e vi seminasse il sale ( usanza che richiama gli antichi usi dei Romani , quando - come per Cartagine - volevano associare la maledizione degli dèi alla loro opera di distruzione di una città nemica ), è vero il fatto che