Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 41

Barone Cappellano e Scrittore. Alle Idi di Aprile, Indizione settima, nell’anno 1144 dell’Incarnazione del Signore, e nell’anno primo del Pontificato del Signore Lucio II° Papa Autentica o falsa, questa Bolla di Papa Lucio II°? Nel Tomo Secondo del Bollario Romano di Carlo Cocquelines, dove figurano da pag. 267 a pag. 282 le Bolle emesse da Papa Lucio II° da Marzo a Dicembre del 1144 (Lucio II°, divenuto Papa il 12 marzo 1144, morì il 25 Febbraio del 1145), possiamo leggere tre Bolle datate 15 Marzo, sette con varie date di Aprile, una del Maggio, tre del mese di Giugno e una del Dicembre 1144. Nessuna di esse però è diretta al Preposto Alberto e ai suoi Confratelli della Chiesa di S. Maria e S. Sigismondo di Rivolta. In altri documenti di varia provenienza, alcuni dei quali si trovano nell'Archivio Parrocchiale (ma che sono co- munque di epoche posteriori al 1500), non si fa alcun cenno della Bolla in discussione. Soltanto in una lettera-promemoria, scritta a Lodi 1'8 Settembre 1785 dall'archivista don Pietro Gio. Caprara e diretta a don Giovan Battista Rossoni (preposto di Rivolta dal 1757 al 1794, uomo assai colto e non certo avaro nel far uso della penna), si accenna per la prima volta all'insigne documento, e nei termini seguenti: "... soprattutto la Bolla di Lucio II°, datata l'anno 1144, diretta all'istesso Santo allora Preposto come sopra, ed a Canonici suoi Colleghi, in cui dichiarata viene la med." Collegiata esente dalla Giurisdizione di qualunque Ordinario, ed immediatamente dipendente dalla Santa Sede; il tenore di tale Bolla, almeno per Copia Autentica, esser dovrebbe in quell'Archivio Capitolare: sarà quindi bene, che il (Sig.) Prevosto Rossoni non ometta di far indagine pel ritrovamento di detta Carta, e procurarne il legale trasunto, giac- ché presso de' nostri Storici se ne legge soltanto qualche picciol frammento...". In un documento non datato - ma che è collocabile tra il 1836 e il 1857, si parla del "l'attual Parroco Sacerdote Carlo Sessa" - si dice: "... desiderando la Deputazione anzidetta (è la Deputazione Comunale che si rivolge al Papa - Pio IX, probabilmente, assai largo di privilegi a favore della Chiesa rivoltana) di riportare un qualche Lustro alla Chiesa supplica umilmente V. B. che sulle traccie della Bolla della S(anta) M(emoria) di Lucio II unita in copia possa il Parroco nelle funzioni indossare La Cappa Magna con Armellino, e Rocchetto, ed usare della bugìa, e bastone non che delle calze paonazze, e collaro, e tal privilegio lo implorano trasmissibile anche ai Parrochi Successori..." (Il decreto di risposta è forse del 1854). Una copia dunque della Bolla è stata inviata alla Curia Romana: una di quelle lasciate in Archivio dal Prevosto Ros soni; e c'è da chiedersi chi poteva impunemente spedire al Papa la copia di un documento sfacciatamente falso per ottenere - o meglio riportare in auge - determinati privilegi che erano decaduti in seguito al degrado di una Chiesa (e di un Borgo) che aveva pagato le disastrose conseguenze del dirada- mento della popolazione in seguito alla pestilenza del 1576 (detta di San Carlo) e, aggiungiamo noi, di quella del 1629/1630 (ormai conosciuta col nome di "manzoniana"). Sta di fatto che ormai nell'Archivio Parrocchiale di Rivolta è rimasta un'unica copia della famosa Bolla, di mano del Prevosto Rossoni. Lo Jaffè (Reg. Pont. II, n. 8570) e il Kehr (già citato) la ritennero autentica. Il Vignati si mostrò persuaso dell'autenticità del diploma, "perché concorda coi documenti e colle memorie dei fatti, dei privilegi e dei possessi della Chiesa di Rivolta". (Doc. St., Lodi 1856). Mons. Alessandro Maria Pagani, d'origine cre- monese, e che fu Vescovo di Lodi dal 1819 al 1835, in un suo manoscritto di cui esiste copia nell’Ar-