Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 37

Penso che spostando la data della distruzione di Parrasio al secolo VI°, o tutt’al più ai primi anni del secolo VII°, la storia di questa misteriosa città potrebbe avere una sorte meno infelice”. Seguono a questo punto i motivi che giustificano per lo Scaramuzza la possibilità di ipotizzare tale fatto. E prosegue a pag. 265: "Ora tutto ciò mi pare che indichi uno stato precedente decisamente diverso e certo la testimonianza che Crema e il suo territorio non erano affatto soggetti al vescovo di Cremona... A conferma di ciò sta anche il fatto che nel privilegio di Callisto II° del 1124 e più volte confermato nel 1144 da Lucio II° (Astegiano I°, 114- 126 - Girondelli, 134, Cappelletti, XIII, 170; Zaccaria, 113), e da Gregorio VIII° nel 1187, 2 Novembre (Astegiano I°, 165-448; Sanclementi, 261; Cappelletti, XIII, 177) sono sempre citate soltanto le chiese di nuovo acquisto, tutte appartenenti a località che rientrano nella zona sopraccennata. Nel documento del 1187 vi sono infatti aggiunte: "... ecclesias de Cassiano cum populo et pertinentiis suis..." e si accenna pure a Durovare (Dovaria?). Noto ancora che la chiesa di S. Pietro di Vailate era soggetta al Monastero di S. Benedetto di Crema, il che indica che questa era legata a Crema. Non si deve neppure dimenticare il fatto che troviamo l'isola Fulcheria quasi avulsa dal resto del Comita- tus Bergomensis e comunque costituente un contado a sè stante, ben differenziato da tutto il resto del territorio Bergamasco e Cremonese e legato a Crema. Non si può pertanto non ammettere nella zona uno stato precedente di diversa organizzazione che proprio nel sec.XI° si viene quasi sfaldando. D'altra parte proprio sul finire del sec. X° o XI° si ha la distruzione di Palazzo (o Parasio), da identificarsi verosimilm ente con l'attuale Palazzo Pignano presso Pandino, ad opera dei Milanesi in guerra coi Pavesi (cfr. Giulini, op. cit. IV, 4 - 52) e il fatto di trovare i Pavesi da queste parti giustificherebbe il loro possesso di Pagazzano, di cui si tratterà più avanti. Sarebbe appunto dopo questa distruzione che Milano si aggrega Treviglio e l'isola Fulcheria e Cremona estende la sua giurisdizione diocesana su Caravaggio e Brignano ed inizia la sua famosa spinta verso il nord - così almeno sostengono gli strenui fautori della " Diocesi di Parrasio " e cioè, fra gli altri, Galvaneo Fiamma (Manipulus Florum, cap. 194), Leandro Alberti (Descrizione d'Italia, 400), ed il Beretti (in Tabu- la Chorografica nel Vol XI° di Rerum It. Scriptores.p. I - c. 199 col. 614, Anno 1061); Lupi (II° 658-59). È noto poi che proprio al principio del secolo XI°, Girardo, nipote di Ariberto, arcivescovo di Milano, compie la famosa usurpazione di Arzago, Casirate, Misano ecc., e ciò potrebbe anche riferirsi benissimo a questo smembramento di una circoscrizione ecclesiastica, sulla quale un po' tutti avanzavano pretese. Le pretese di Milano potevano anche essere giustificate da una sua antica giurisdizione sulla zona crema- sca... Noto ancora che Calvenzano appare in potere dell'Arcivescovo di Milano proprio in questo periodo (1093) e la sua condizione precedente esige pure una attenta considerazione (= Calvenzano, o meglio la sua chiesa di Santa Maria, era stata dei nobili di Melegnano prima di dipendere dall'Arcivescovo di Mila- no, che nel 1093 la donò ai monaci cluniacensi. Antichissima, dunque: "locus in quo Severinus Boetius occisus fuisse traditur. " -Giulini, 4°. 302 - 2°, 596). “luogo nel quale si tramanda che fosse stato ucciso Severino Boezio."