Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 32

zona ad oriente dove il paese era a ridosso delle proprietà dei De Capitani di Arzago (le cui origini sono antichissime, tanto che è assai probabile che Ariberto d’Intimiano appartenesse a questa grande famiglia, se è vero, come è vero - cfr. Astegiano, II 263; Savio, op. cit.Cremona, 45 - che nel 1031, il bellicoso arcivescovo milanese donava ai suoi parenti di Arzago e di Dovera una delle tre porte di Cremona da lui occupata militarmente come alleato del Vescovo Landolfo, impegnato a combattere contro i suoi sudditi cremonesi che rivendicavano il riconoscimento delle proprie libertà comunali). Del 1090 è dunque - a quanto ci risulta - il primo documento in cui appare il nome di Rivolta, e quello che ci colpisce è il fatto che si tratti di una donazione di terre ad una chiesa. Tale documento, redatto in un latino assai scorretto (tipico dei notai dell'epoca, le cui conoscenze linguistiche - ove non si trattasse di alti funzionari dell'impero, appartenenti in genere alla categoria degli abati o dei vescovi - rivelano co- stantemente una preparazione culturale assai approssimativa), è riportato nel Codice Diplomatico Lau- dense del Vignati e porta la data 21 settembre 1090. Si tratta della donazione di quattro pertiche di terra, fatta da Benedetto, Giovanni e Pietro, abitanti in Montanaso, alla Chiesa dei Santi Ambrogio e Benedetto di Rivolta. Eccone il testo, accompagnato da una traduzione che - nei limiti del possibile - ha cercato di essere fedele. Anno ab incarnacione Domini nostri Jeshu Christi millesimo nonagesimo undecimo calen- des October indictione tertia decima. Ecclesia sanctorum Ambroxi et Benedicti que est edifia- tam in loco et fondo Rivolta nos Benedicto filius quondam Petri et Johannes filius quondam Martini seu Petrus filius quondam Amiconi barbani et nepoti abitantibus in loco Montenaso qui professi sumus nos ipsi barbani et nepoti ex natione nostra lege vivere langobardorum offer- tores et donatores ipsius Ecclesia Sanctorum Ambroxi et Benedicti presentes presentibus diximus. Quisquis in sanctis ac in venerabilibus suis locis contulerit rebus iusta octori voce in hoc seculo centuplum accipiat et insuper quod melius est vitam posidebit eternum. Ideoque nos qui supra barbani et nipoti donamus et oferimus in eadem ecclesia Sanctorum Ambrosi et Bene- dicti a presenti die et ora pro anime nostre mer- cede it est pecia uno de terra oratoria iuris nostris cui supra barba et nepoti que abere visi summus in suprascripto loco et fondo Rivolta et iacet ad locum ubi dicitur Valle Manfredi et est pecia ipsa de terra per mensuram iustam perti- cas quatuor. Coeret ei a mane via, a meridie Johanni a sera item sanctorum Ambroxi et Be- nedicti, et a montibus de eredibus quondam Simion sibique alii sunt coerentes. Et si amplius de nostris iustis rebus infra ipsas coerencias inventus fuerit quam ut supra censura legitur, per anc cartam offersioni a parte ipsius ecclesia persistat potestatem proprietario iure.Quam autem peciam de terra iuris nostris cui supra barba et nipoti superius dicta una cum accessio- ne et ingresso seu cum superioribus et inferiori- bus suis quali- Nell'anno dall'incarnazione del Signor nostro Gesù nostro Gesù Cristo 1090, undicesimo gior- no prima delle calende di Ottobre (= 21 Settem- bre), Indizione XIII. La chiesa dei Santi Ambro- gio e Benedetto, che è edificata nel luogo e nel fondo di Rivolta, noi Benedetto, figlio del fu Pietro e Giovanni figlio del fu Martino e così Pietro figlio del fu Amizone, zio e nipoti, abitanti nella località di Montanaso, che abbiamo attesta- to - noi zio e nipoti - di vivere dalla nostra nasci- ta secondo la legge dei Longobardi, largitori e donatori della Chiesa stessa dei Santi Ambrogio e Benedetto, presenti, ai presenti abbiamo dichia- rato. Chiunque contribuirà alle sostanze nei suoi luoghi santi e venerabili, secondo la sentenza del maestro, riceverà il centuplo in questa vita e in più, quel che più conta, possiederà la vita in eterno. Quindi noi, come sopra, zio e nipoti doniamo offriamo alla medesima chiesa dei Santi Ambro- gio e Benedetto, dal presente giorno e ora, in favore dell’anima nostra, e cioè un lotto di terra aratoria di ragione nostra di cui sopra zio e nipoti, che risultiamo possedere nel sopra- scritto luogo e fondo di Rivolta, e si trova nel posto che vien detto Valle di Manfredo, ed è lo stesso lotto di terra esattamente della misura di quattro pertiche. Confina con questo a est la via, a mezzodì (la proprietà) di Giovanni e a sera similmente (la proprietà) dei Santi Ambrogio e Benedetto, e a monte quella degli eredi del fu Simione, e allo stesso lotto altri sono confinanti. E se delle nostre legittime proprietà, tra gli stessi confini si sarà trovato qualcosa di più rispetto a quella