Pubblicazioni e documenti Il borgo sull'alta riva: Castrum Ripaltae Siccae. | Page 18
Questa insperata scoperta, al contrario, induce noi a fare delle considerazioni ( senza con ciò voler passa-
re davanti a quello che gli studiosi della Soprintendenza all’Archeologia renderanno di pubblico dominio
tra non molto, a quel che sappiamo).
1) Nel secondo secolo a.C. ci furono movimenti di truppe nei pressi del valico di Cassano d'Adda, o
comunque sulla riva sinistra del fiume, anche se allora le paludi del Gerundo dovevano rendere più arduo
il già difficile e insidioso intrico di passaggi su costiere trarotte e coperte di boscaglie.
2) Da Polibio (II, 12), lo storico greco amico di Scipione Emiliano, sappiamo che i consoli Caio Flaminio
e L. Furio Filone vinsero - ma non li domarono - nel 222 a.C., i Galli Insubri sull'Adda, con l'appoggio
dei Galli Cenòmani, alleati di Roma in quella circostanza. Polibio è il primo a fare il nome del nostro
fiume, e dal suo accenno possiamo dedurre che l'Adda non era privo di interesse strategico per gli eserciti
in guerra nel territorio padano.
3) Da Strabone (V; 1,5,7), geografo greco vissuto ai tempi di Augusto, sappiamo che Annibale penò non
poco ad attraversare il territorio sulla riva sinistra dell'Adda, anche se i Galli della zona, ribellatisi a Ro-
ma, dovettero certo essergli stati di notevole aiuto.
4) Dopo la seconda guerra punica, i Romani decidono di sottomettere tutta la Gallia Citeriore, o transpa-
dana, e di non considerare più di stretto loro interesse soltanto il territorio compreso tra il Lambro e il
Ticino, che - solido, com'è - favorisce le operazioni militari e i contatti con Mediolanum, già conquistata
nel 222 a.C. da Publio Cornelio Scipione, padre di Scipione Africano (235-183 a.C.). Gli Insubri vengono
sottomessi nel 194 a.C., dopo che nel 197 erano stati piegati i Cenòmani; i Boi, già sconfitti nei III secolo
e ribellatisi - con gli altri - al passaggio di Annibale, furono debellati da Scipione Nasica (12) nel 191.
Altri raggruppamenti minori seguono la sorte delle popolazioni galliche più note, comprese le varie picco-
le tribù che si erano rifugiate nelle impervie valli bergamasche e bresciane.
5) Per tutto il II secolo a.C. la situazione politico-militare dovette restare piuttosto fluida, se soltanto
nell'89 a.C., con la "Lex Pompeia de Gallia Citeriore"( 13) ebbe inizio nella Transpadania l'opera di ro-
manizzazione vera e propria, il che significò anche bonifica razionale delle terre - già intrapresa del resto
dagli Etruschi e dai Galli stessi - ai fini di un più intenso sfruttamento agricolo, con il conseguente sorge-
re di
(12) - Pubblio Cornelio Scipione, genero di Scipione Africano, fu chiamato Nasica per via del naso sottile e appuntito (carat-
teristica comune, anche se meno accentuata, degli Scipioni) ed ebbe il soprannome di Cuoricino. Combattè anche sotto Paolo
Emilio il Macedone, figlio del console omonimo caduto nella battaglia di Canne.
(13) - In realtà, proprio dalla discordanza delle date che gli storici citano quando parlano dell’azione pacificatrice di Roma
nella Gallia Cisalpina, vien logico dedurre che l'opera di conquista dovette essere lunga e faticosa, anche se non segnata da
battaglie di particolare risonanza. Fu evidentemente un'impresa di portata secondaria per l'esercito romano, ma non per
questo facile e sbrigativa. Dall'ultimo quarto del secolo III, si dovette giungere agli anni che vanno dall'84 al 43 a.C, quando
Decimo Giunio Bruto, luogotenente di Cesare, domò in modo definitivo le ultime resistenze dei feroci montanari delle valli
bergamasche.