Programmi di Sala Coin du Roi Programma Dittico Pergolesi | Page 50
Oggi viviamo certamente in un periodo neo-barocco, e lo
testimoniano innumerevoli fattori. È un periodo di entusiasmo
tecnologico-scientifico, nel quale internet ha abbattuto ogni distanza.
Un periodo di predominio dei grandi monopolî e di rafforzamento
delle entità statali dominanti, di crisi delle ideologie filosoficopolitiche e di rafforzamento dell‟ideale estetico. L‟apparire, mai come
oggi, ha ricoperto un‟importanza trasversale: i social network e la
costante propensione alla comunicazione effimera hanno riportato
in auge l‟idea settecentesca della finzione legittimata. E‟ un‟età
multistilistica e di contaminazione, è l‟età dei contenuti shocking e del
primato polisensoriale, attestato dalla diffusione del cinema 3D.
La musica del Seicento e Settecento ha il grande pregio di
interpretare o meglio descrivere alla perfezione i contesti postmoderni nei quali è “immersa”. Sorprendente è l‟eleganza eterea che
caratterizza il legame tra le note di Händel o Bach e le vedute urbane
decadenti odierne, ciò a riprova del fatto che la musica barocca sia
certamente universale e senza dubbio attuale nel suo surrealismo
retorico. Affinché la magia del transfert spazio-temporale si verifichi,
l‟interpretazione deve restituire la purezza cristallina del suono,
astratto, quasi atavico, scevro da ogni cristallizzazione romantica,
così come pensato dai compositori barocchi. Un suono senza
tempo, tangibile ma etereo, vero ma cangiante, le cui peculiarità
confermano che il confine tra surreale ed iper-reale è assai labile.
In questo risiede il nostro interesse filologico: non nella pretesa di
ricreare un‟esperienza storicamente perfetta, impresa fallimentare in
partenza, ma nella volontà di offrire agli ascoltatori quel
caleidoscopio di “affetti” tanto cari all‟estetica del tempo, attraverso i
quali godere di una proposta musicale autentica ma attuale, in breve
“neo-barocca”.
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