Programmi di Sala Coin du Roi Programma Dittico Pergolesi | Page 33
Ah... questo è stato certo
(contraffacendo i moti di Livietta)
l'ultimo suo respiro: se n'è andata.
Non v'è più dubbio, ho fatta la frittata.
(piangendo)
(Livietta, alzando la testa, ascolta, poi si leva
da sedere e s'accosta pian piano a Tracollo)
Deh! Aspetta, anima bella, ascolta prima
(verso il cielo)
le mie discolpe: se mi finsi pazzo,
fu per salvar la pelle, e non credevo
che quel po' di strapazzo
ch'io ti diedi, per meglio
colorir la finzione,
avesse da condurti...
Livietta:
Ah ribaldone!
(battendolo sopra la spalla)
Tracollo:
Uh!
(si dà uno schiaffo)
Livietta:
Questo ancor sai fare!
Tracollo:
(Il core me lo disse;
co' le mie mani mi dovrei strozzare.)
Livietta:
Adesso t'aggiust'io.
(vuol partire)
Tracollo:
No! Ferma, voglio
io stesso render paghi i desir tuoi.
Giacché morto mi vuoi,
non ricuso morir, co' piedi miei
vado a ripormi in man della giustizia,
or lo vedrai. Ma prima
sappi che ascosa io serbo
gran copia di denar sott'a quell'albero.
Vedilo bene, a te lascio e seco.
Udite tutti, udite,
erbette, frondi, fiori,
tigri, pantere, lupi,
orsi, cignali, pecore e pastori:
voi siate testimoni dell'estrema
mia volontà. Ti lascio questo core,
(piange)
pegno dell'amor mio,
non lo strapazzar più. Tiranna, addio.
(vuol partire)
Livietta:
(Mi muove a riso ed a pietade insieme.)
Senti...
Tracollo:
Che cosa vuoi?
Livietta:
M'ami tu veramente?
Tracollo:
Che ti pare?
Fa' conto che tu l'abbi a giudicare.
Livietta:
Non vorrei... Basta. Or via,
quello ch'è stato, è stato.
Se prometti cangiar vita e lasciare
quell'infame mestier, sarò tua sposa.
Tracollo:
Te 'l giuro.
Livietta:
Avverti a te.
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