Programmi di Sala Coin du Roi Programma Dittico Pergolesi | Page 32
Tracollo:
(Crepa.)
Livietta:
Son morta.
Tracollo:
(Schiatta.)
Livietta:
Quando arriviamo?
Tracollo:
Uh... ci vuol tempo ancora.
(Se non la vinco, almen vuo farla patta.)
Livietta:
(si getta indebolita sopra d'un sasso
staccandosi a viva forza dal braccio di
Tracollo, che resta incantato guardandola
senza moversi)
Chi mi por...ge risto...ro, aiut... in
cor...tesi...a, ch'io man...co, io moro.
Tracollo:
Gli credo, o non gli credo?
M'accosto, o non m'accosto?
Divengo mollo, o mi mantengo tosto?
Temo non me la ficchi: è troppo scaltra.
È vero da una parte, ma dall'altra
mi move a compassione.
Il timor, lo strapazzo
potea farla svenir. Che tentazione!
(pensa)
Ora non occor'altro, l'ho pensata:
vo' accostarmi pian piano e, se la vedo
far un piccolo moto,
ritorno a far il pazzo e non gli credo.
(accostandosi ed osservandola)
Non si move, non rifiata,
chiusi ha gl'occhi, freddo il naso.
Saria più brutto il caso.
Vo' chiamarla. Livietta
(Livietta si scuote)
Caro perdonami
placa lo sdegno,
la destra porgimi,
di pace in segno.
Ti lascio, addio,
Tracollo mio,
di Livietta
non ti scordar.
sull'erbetta a la fransé.
Ah, pria che morte
mi chiuda i lumi,
eterni numi,
se giusti siete,
per poco il senno
voi gli rendete,
sinché mi veda,
per sua vendetta,
l'alma spirar.
Sol, fa, mi, mi, sol, do, re.
(piange; Livietta torna a scuotersi)
Ah... Livietta mia.
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(scostandosi subito e ridendo)
S'è quietata, quei tremori
forse fur gl'ultimi tratti.
Sfortunata! È già spirata.
Uh mia bella morticella.
(piange; Livietta torna a scuotersi)
(contraffacendo i moti di Livietta)
Or sei soverchia. E quando?
O sbrigati a morir, o sorgi e vivi.
Par che patisca anch'io
di moti convulsivi.