Programmi di Sala Coin du Roi Programma Dittico Pergolesi | Page 19

Serpina: A Serpina penserete qualche volta, e qualche dì e direte: «Ah! poverina, cara un tempo ella mi fu.» (Ei mi par che già pian piano s'incomincia a intenerir.) S'io poi fui impertinente, mi perdoni: malamente mi guidai: lo vedo, sì. (Ei mi stringe per la mano, meglio il fatto non può gir.) Uberto: (Ah! quanto mi sa male di tal risoluzione, ma n'ho colpa io.) Serpina: (Di' pur fra te che vuoi che ha da riuscir la cosa a modo mio.) Uberto: Orsù, non dubitare, che di te mai non mi saprò scordare. Serpina: Vuol vedere il mio sposo? Uberto: Sì, l'avrei caro. Serpina: Io manderò per lui; giù in strada ei si trattien. Uberto: Or indovina chi sarà costui! Forse la penitenza farà così di quanto ella ha fatto al padrone. S'è ver, come mi dice, un tal marito la terrà fra la terra ed il bastone. Ah! poveretta lei! Per altro io penserei... ma... ella è serva... il primo non saresti... dunque, la sposeresti?... Basta... Eh no, no, non sia. Su, pensieri ribaldi andate via. Piano, io me l'ho allevata: so poi com'ella è nata... Eh! che sei matto! Piano di grazia... Eh... non pensarci affatto... ma... Io ci ho passïone, e pur... quella meschina... Eh torna... oh dio!... eh, siam da capo... Oh! che confusione. Uberto: Son imbrogliato io già; ho un certo che nel core che dir per me non so s'è amore, o s'è pietà. Sento un che, poi mi dice: Uberto, pensa a te. Io sto fra il sì e il no fra il voglio e fra il non voglio, e sempre più m'imbroglio. Ah! misero, infelice, che mai sarà di me! Uberto: Va'. Entra Serpina con Vespone in abito come sopra. Serpina: Con licenza. Serpina: Favorisca, signor... passi. Serpina parte. 17