Programmi di Sala Coin du Roi Programma Dittico Pergolesi | Page 15

Serpina: Non vo' che usciate adesso, gli è mezzodì. Dove volete andare? Andatevi a spogliare. Uberto: E il gran malanno che mi faresti... Serpina: Oibò, non occorre altro. Io vo' così, non uscirete, io l'uscio a chiave chiuderò. Uberto: Ma parmi questa massima impertinenza. Serpina: Eh sì, suonate. Uberto: Serpina, il sai, che rotta m'hai la testa? Serpina: Stizzoso, mio stizzoso voi fate il borïoso, ma non vi può giovare. Bisogna al mio divieto star cheto, e non parlare. E... Serpina vuol così. Cred'io che m'intendete, dacché mi conoscete son molti e molti dì. Uberto: Benissimo. (a Vespone) Hai tu inteso? Ora al suo loco ogni cosa porrà vossignoria, ché la padrona mia vuol ch'io non esca. Serpina: Così va bene. (a Vespone) Andate, e non v'incresca... (Vespone vuol partire e poi si ferma) Serpina: Tu ti fermi? Tu guardi? Ti meravigli, e che vuol dir? Uberto: Sì, fermati, guardami, meravigliati, fammi de' scherni, chiamami asinone, dammi anche un mascellone, ch'io cheto mi starò, anzi la man allor ti bacerò... (bacia la mano a Vespone) Serpina: Che fa... che fate? Uberto: Scostati, malvagia. Vattene, insolentaccia. In ogni conto vo' finirla. Vespone, in questo punto trovami una moglie, e sia anche un'arpia, a suo dispetto io mi voglio casare. Così non dovrò stare a questa manigolda più soggetto. Serpina: Oh! qui vi cade l'asino! Casatevi, che fate ben; l'approvo. Uberto: L'approvate? Manco mal, l'approvò. Dunque io mi caserò. Serpina: E prenderete me? 13