ho più smesso. Il fatto di condividere il divertimento
con le amiche, le compagne di squadra, ha
accresciuto la mia passione, e ha fatto emergere la
mia indole di trascinatrice: mi piace tenere unito lo
spogliatoio, incitare le mie compagne in campo”
Anche Federica passa per quell’ampio vivaio
che ha generato il miracolo della Spes Conegliano,
società che ha avuto il pregio di portare alla ribalta
il volley trevigiano al femminile. Da Mareno, società
nella quale inizia il suo percorso come centrale, viene
chiamata a 17 anni dalla società gialloblu, dove viene
spostata in posto quattro come schiacciatrice laterale:
“Mi piaceva molto difendere, così come mi piaceva
molto ricevere, ma l’ho scoperto soltanto quando
alla Spes mi hanno permesso di vivere il volley da
un altro punto di vista. Dopo due anni sono tornata
a Mareno, in serie C, conquistando la promozione
nel campionato nazionale sempre nel nuovo ruolo –
promozione che è forse ancora oggi la mia più grande
soddisfazione e il ricordo più bello. Devo dire che è
proprio la “banda” il ruolo che mi è più congeniale!
Posso giocare comunque palloni veloci con schemi
ormai consueti nella pallavolo moderna e al tempo
stesso rendermi utile in seconda linea”.
La vicenda pallavolistica di Federica non corre
via liscia né senza sussulti: come sempre accade, la
storia di uno sportivo è irta di difficoltà e ostacoli,
che soltanto la volontà e la passione riescono a
superare. Infortuni, incomprensioni, una strada a
volte in salita che per fortuna ha come pietre miliari
alcune figure fondamentali: “I miei genitori, prima di
tutti gli altri, perché mi seguono da quando ho iniziato
a giocare e minivolley e mi hanno sempre portato
ovunque fino a quando non ho avuto la possibilità
di rendermi più autonoma. E poi, tanti allenatori,
Marco Zanaia, Fabio Madonia, Mauro Viel, Mauro
Mazzel, Mimmo De Lazzari, Agostino Arena, che
mi allena adesso a Villorba, per non dimenticare
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