Pallavoliamo Maggio 2014 | Page 97

ho più smesso. Il fatto di condividere il divertimento con le amiche, le compagne di squadra, ha accresciuto la mia passione, e ha fatto emergere la mia indole di trascinatrice: mi piace tenere unito lo spogliatoio, incitare le mie compagne in campo” Anche Federica passa per quell’ampio vivaio che ha generato il miracolo della Spes Conegliano, società che ha avuto il pregio di portare alla ribalta il volley trevigiano al femminile. Da Mareno, società nella quale inizia il suo percorso come centrale, viene chiamata a 17 anni dalla società gialloblu, dove viene spostata in posto quattro come schiacciatrice laterale: “Mi piaceva molto difendere, così come mi piaceva molto ricevere, ma l’ho scoperto soltanto quando alla Spes mi hanno permesso di vivere il volley da un altro punto di vista. Dopo due anni sono tornata a Mareno, in serie C, conquistando la promozione nel campionato nazionale sempre nel nuovo ruolo – promozione che è forse ancora oggi la mia più grande soddisfazione e il ricordo più bello. Devo dire che è proprio la “banda” il ruolo che mi è più congeniale! Posso giocare comunque palloni veloci con schemi ormai consueti nella pallavolo moderna e al tempo stesso rendermi utile in seconda linea”. La vicenda pallavolistica di Federica non corre via liscia né senza sussulti: come sempre accade, la storia di uno sportivo è irta di difficoltà e ostacoli, che soltanto la volontà e la passione riescono a superare. Infortuni, incomprensioni, una strada a volte in salita che per fortuna ha come pietre miliari alcune figure fondamentali: “I miei genitori, prima di tutti gli altri, perché mi seguono da quando ho iniziato a giocare e minivolley e mi hanno sempre portato ovunque fino a quando non ho avuto la possibilità di rendermi più autonoma. E poi, tanti allenatori, Marco Zanaia, Fabio Madonia, Mauro Viel, Mauro Mazzel, Mimmo De Lazzari, Agostino Arena, che mi allena adesso a Villorba, per non dimenticare 99