Pallavoliamo Maggio 2014 | Page 88

FENOMENI “Che dire, sicuramente eravamo tutti molto emozionati, perché arrivavamo dalla semi finale vinta al tie break col Brasile, però io ero molto sereno. Già all’epoca avevo una visione differente di quello che stava accadendo, perché vivevo il tutto con la mentalità dell’allenatore ed ero più vicino alle tematiche del coach. In quel mondiale facevo il cambio in seconda linea ed entravo per dare una mano in ricezione. Diciamo che avevo anticipato il ruolo del libero! Il giorno della finale vinta contro Cuba fu come vivere un sogno: non ricordo cosa ci disse Julio Velasco prima che iniziasse la partita, perché nessuno di noi capiva realmente cosa stesse accadendo. 90 Il match fu particolare perché affrontavamo una squadra che ci aveva sempre battuto, ma in quell’occasione la partita iniziò in maniera positiva e tutti giocammo in modo magnifico. Io in quel mondiale venni impiegato nel cambio in seconda linea per dare una mano in ricezione. Ricordo che nel IV set Julio mi chiamò per entrare, feci i 3 giri dietro e quando uscii mi sedetti in panchina e pensai “ speriamo di non dover più fare riscaldamento”, perché volevo che la partita terminasse. Ricordo che mi ero seduto vicino al dottore, Alberto Montorso, e, quando Lorenzo Bernardi fece l’ultimo punto, entrambi saltammo all’unisono, solo che lui saltò di una spanna, mentre io feci un balzo mostruoso... Posso confessargli ora, dopo tanti anni, che io ero in piedi sulla panchina quando saltai?”, ride mostrandomi il gesto compiuto. “Poi ci fu gioia, un’emozione unica perché, quando vinci un mondiale in