un valido sostegno quando si è capito
che la sua storia con il volley sarebbe
diventata più seria: “Il mio allenatore
mi portò con sé a Carnago, una realtà
più strutturata che aveva la prima
squadra in serie B1, squadra con la
quale iniziai ad allenarmi mentre
giocavo i tornei giovanili. È stata una
fortuna per me, che il mio tecnico abbia
visto in me qualcosa di speciale, anche
se la mia esperienza a Carnago non è
durata a lungo: una fortuna, perché da
sola non avrei cercato una squadra più
ambiziosa”.
Da Carnago ad Orago, le distanze
non sono affatto enormi, ma il livello,
si sa è molto diverso: approdando
alla corte di Beppe Bosetti Cristina
Ardo conferma le sue potenzialità e
le accresce, fino a diventare il libero
campione d’Italia Under 18. “Tornata
a casa dopo il primo allenamento ad
Orago, mio padre mi ha chiesto com’era
andata, e la mia risposta fu: non andrò
mai a giocare a Orago! L’impatto con il
metodo Bosetti non è stato semplice:
la quantità di lavoro era molto diversa
rispetto a quella alla quale ero abituata,
e il mio carattere, che allora non era
così temprato come oggi, ne risentiva,
all’inizio. Con il tempo mi sono abituata,
ma soprattutto ho capito che quella
che Bosetti ci offriva era una chiave di
lettura fondamentale per affrontare ciò
che stavamo facendo. Pian piano non
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