Pallavoliamo Maggio 2014 | Page 45

tutto il mondo della pallavolo) la serie A1 non avrebbe neanche rappresentato un mondo nuovo in assoluto. Anzi, sarebbe stato un ritorno – anche se da un approdo completamente diverso - dopo i due anni trascorsi a Busto Arsizio. “Sono entrata in prima squadra nella stagione conclusa con il triplete di quella rosa fortissima. Arrivavo dalla serie B1 di Matteo Lucchini con il ruolo di secondo libero, poi trasformato in specialista dei cambi di seconda linea, perché Carlo Parisi privilegia questo utilizzo al fatto di avere due liberi. Il primo anno avrei pagato io per stare in squadra anche solo a portare le borracce. Volevo crescere e imparare e Busto è un ottimo posto per farlo. Ricordo distintamente la volta in cui nel dicembre di quella stagione Parisi mi avvicinò in sala pesi e mi disse in modo chiaro che il mio momento stava per arrivare. A gennaio di quell’anno l’esordio in Coppa Cev e poi gli spazi che sono aumentati con l’infortunio di Havelkova nella seconda parte dell’annata e la necessità di dare dei cambi a Meijners in seconda linea. Così come ho il ricordo netto di una partita giocata addirittura da attaccante! Andammo a Urbino in un momento pieno di assenze, scivolammo sotto 0-2 e Parisi mi mise ad attaccare da posto 4: alla fine vincemmo 3-2! Dopo la prima stagione, la dirigenza mi consigliò di restare perché nella seconda il mio ruolo sarebbe stato già definito e conosciuto da subito e così fu, con spazi e sicurezze maggiori. Alla fine dello scorso anno, invece, mi dissero di andare a giocarmela da titolare”. Dal PalaYamamay al PalaIper il cambio si avverte, ma per molti versi neanche così tanto: “Con Busto Arsizio prima e Vero Volley poi ho avuto la fortuna di incontrare società modello, molto ben strutturate, con grandi impianti. Per dire: una nostra promozione in A1 non avrebbe 47