E LA LUNA BUSSO’
GLI ESAMI NON FINIS
Terminato il campionato, in attesa di una stagione estiva che la vedrà calcare ancora i palcoscenici sabbiosi del Lega Volley Summer Tour, Lunca Carocci, la “nostra”
Luna, veste i panni della studentessa modella e si tuffa a capofitto nella preparazione
degli esami universitari. La sua voce però non mi raggiunge ansiosa, come spesso è
quella dei giovani nelle sue condizioni... un piccolo segno di un approccio nuovo alle
cose, di una trasformazione che ha reso il libero della Robur Tiboni Urbino davvero
“forte”, in tutti i sensi. Ci regaliamo, per una volta, una piccola intervista con lei, in attesa di vederla di nuovo all’opera:
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Luna, nel numero precedente hai ringraziato Urbino per lo splendido anno che ti
ha fatto trascorrere. Puoi raccontarci nello specifico che cosa ti ha entusiasmato in
questa stagione?
Forse potrei dire più brevemente ciò che non mi è piaciuto, perché per alcuni
aspetti è stata una stagione davvero perfetta. Prima di tutto sul campo: abbiamo raggiunto i play off, quando ad inizio stagione tutti ci davano già in lotta per non retrocedere, e a tratti abbiamo anche espresso un bel gioco. Merito di un allenatore, Stefano
Micoli, del quale già conoscevo le qualità quando sono arrivata, e di un gruppo che
ha saputo unirsi anche quando in campo le cose non giravano proprio alla perfezione.
Dal punto di vista personale, pallavolisticamente è stato un anno importante per me:
per la prima volta non ero la più giovane all’interno della squadra - se escludiamo la
mia permanenza a Villa Cortese insieme a Bosetti - ma al di là dell’età anagrafica, non
ero più tra le giovani dal punto di vista dell’esperienza e della responsabilità. E’ stato
bello essere in campo il punto di riferimento per compagna alla prima esperienza nel
nostro campionato, è stato importante dover prendere in mano il gioco, la squadra, e
rendersi conto così di essere un pilastro, di non poter mollare in campo, al di là delle
possibilità che oggettivamente avremmo potuto avere contro avversarie più forti. Infine è stato bello condividere tutto con il capitano, Chiara Negrini, una persona che
mi è rimasta nel cuore, proprio per ciò che abbiamo condiviso in campo. La stessa
cosa è successa con Alice Santini, che sono stata contenta di ritrovare in squadra. Mi
sono spesso incontrata fuori dal campo con Lisa Zecchin, anche lei studentessa, come
me: invece di studiare ognuna nella propria stanza, abbiamo preso l’abitudine di farlo
insieme, e siamo state davvero brave! Le piccole pause ci sono servite per alleggerire
il peso dello studio scherzando tra noi e conoscendoci meglio: posso dire di aver tro-