L’INTRUSA
l’acqua come nuotatrice, ma il suo
talento emerge da subito: “Al termine
di ogni allenamento, gli istruttori ci
facevano saltare il, salvagente e io ero
l’unica a centrarlo in pieno. Un giorno
l’allenatore chiamò mio padre da parte e
120 gli disse: questa bambina diventerà una
campionessa. Nel nuoto?, chiese mio padre.
No, nei tuffi! È stato così che ho iniziato
a praticare questa disciplina, che mi ha
conquistato subito, e mi ha dato presto
tante soddisfazioni. A livello giovanile
ho iniziato a vincere sia in Italia sia
all’estero: ora che sono diventata seniores,
è molto più difficile partecipare a gare
internazionali perché davanti a me ho
atlete fortissime: la competizione per il
momento è impari, ma è molto bello e
utile osservare Tania Cagnotto allenarsi,
imparo molto da lei soltanto guardandola.
Lei è la terza tuffatrice più forte al mondo,
è inarrivabile... ma io spero di poter essere
un giorno una sua degna erede sportiva”.
Che la campionessa italiana per Elena
sia un modello, lo testimonia anche il
fatto che proprio Tania, talvolta, diventa
protagonista nelle visualizzazioni dei
tuffi frutto della concentrazione della
giovane milanese in pedana: “L’aspetto
mentale nell’esecuzione del tuffo è
fondamentale: percorrere passo dopo
passo il gesto che si va a compiere è
importante per essere pronti ad eseguirlo